Ecco come alcune integrazioni economiche, spesso ignorate, possono fare la differenza per te oi tuoi cari. Un esempio pratico ti aiuterà a capire quanto potresti perdere senza accorgertene.
Molti pensionati si trovano a dover fare i conti con una pensione che, a volte, non basta a coprire le spese quotidiane. Ciò che non tutti sanno, però, è che esistono dei benefici economici aggiuntivi, chiamati “diritti inespressi”, che possono aumentare l’importo mensile della pensione.
Non si tratta di regali o bonus straordinari, ma di integrazioni previste dalla legge, che spesso rimangono inutilizzate perché i beneficiari non ne sono a conoscenza. Michele, Nino e Sandra sono tre pensionati che hanno scoperto, in momenti diversi della loro vita, che avrebbero potuto ricevere molto di più.
E tu, hai mai pensato di verificare se hai diritto a una somma aggiuntiva? potresti scoprire che, con un po’ di attenzione e supporto, le tue prospettive economiche potrebbero migliorare. È ora di approfondire: ecco quali sono le principali integrazioni disponibili e come funzionano.
Integrazione al trattamento minimo: un diritto fondamentale per tanti pensionati
Michele, ex operaio con una pensione di soli 500 euro al mese, è l’esempio perfetto di come l’ integrazione al trattamento minimo possa fare la differenza. Questa misura è pensata per chi percepisce una pensione inferiore alla soglia minima stabilita dallo Stato, che nel 2024 è pari a 597,22 euro al mese. Dopo aver rivolto a un patronato, Michele ha scoperto di avere diritto a un’integrazione che gli permette di raggiungere questa soglia minima, migliorando così la sua qualità di vita.
Per accedere a questa integrazione, è necessario rispettare alcune condizioni legate ai redditi personali e, in alcuni casi, a quelli del coniuge. Non solo: anche i contributi versati durante la vita lavorativa giocano un ruolo importante. Molti pensionati ignorano questa opportunità, spesso perché non sono informati o perché la procedura temono troppo complicata. In realtà, con l’aiuto di un consulente o di un patronato, il processo per ottenere l’integrazione è semplice e accessibile.
Questo diritto è fondamentale, soprattutto per chi vive situazioni economiche difficili. Come nel caso di Michele, bastano pochi passaggi per trasformare una pensione insufficiente in un sostegno dignitoso.
Quattordicesima e tredicesima: le somme aggiuntive che fanno la differenza
Nino e Sandra, invece, sono esempi di come la quattordicesima mensilità e l’ importo aggiuntivo sulla tredicesima possono offrire un aiuto concreto. Nino, pensionato da oltre 20 anni, non aveva mai richiesto la quattordicesima perché non ne conosceva l’esistenza. Dopo aver compiuto 64 anni, e con un reddito sotto 1,5 volte il trattamento minimo, ha finalmente avuto accesso a questo beneficio. L’importo varia in base agli anni di contributi: per chi ha lavorato più di 25 anni, può arrivare fino a 655 euro.
Sandra, ex insegnante, non sapeva invece che poteva ricevere un bonus di 154,94 euro insieme alla tredicesima, essendo la sua pensione pari al minimo. Anche questa somma è subordinata a specifici limiti di reddito.
Questi benefici sono previsti dalla legge, ma richiedono un controllo attivo da parte del pensionato. L’INPS non eroga automaticamente queste somme se non viene fatta una richiesta specifica. È per questo che è essenziale informarsi e agire, evitando di perdere soldi che spettano di diritto.