Cosa succede alle lavoratrici che vogliono aderire alla pensione Opzione Donna ma hanno versato contributi come lavoro dipendente e autonomo?
La pensione Opzione Donna sarà prorogata per il 2022, inserita nella Legge di Bilancio attualmente in fase di approvazione al Senato. I requisiti per accedere alla misura restano invariati i requisiti per aderire tranne il fattore temporale per il perfezionamento dei requisiti, che dal 31 dicembre 2020 passa al 31 dicembre 2021. Ma analizziamo nel dettaglio i requisiti e cosa prevede la normativa nel caso la lavoratrice abbia contributivi versati come lavoro dipendente e autonomo.
In pensione Opzione Donna con contributi dipendenti e autonomi, è possibile?
I requisiti per accedere alla pensione Opzione Donna sono:
a) lavoratrici con 58 anni di età se dipendenti;
b) 59 anni se lavoratrici autonome;
c) un’anzianità contributiva di 35 anni;
d) il perfezionamento dei requisiti (anagrafico e contributivo) deve essere entro il 31 dicembre 2021. Pensione Opzione Donna 2022 anche per le nate nel 1962 o 1963: le ultime novità
Da precisare che l’Opzione Donna è calcolata con il sistema contributivo, quindi, i contributi figurativi per malattia e indennità di disoccupazione non sono considerati nel calcolo. Il sistema contributivo si basa su contributi puri e si percepisce in linea generale una riduzione dell’assegno del 25-30% rispetto all’ultimo stipendio percepito. Precisiamo che è molto importante la continuità della carriera lavorativa, i buchi contributivi penalizzano l’assegno pensionistico con questa misura.
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Cosa succede i contributi in due casse?
Il requisito contributivo di 35 anni richiesto per l’Opzione Donna bisogna perfezionare in una delle due gestioni il requisito contributivo di 35 anni. In effetti, questa misura pensionistica non prevede il cumulo dei contributi, in altre forme pensionistiche è possibile cumulare i contributi in due cassi differenti. Ma, per l’Opzione Donna ciò non è ammesso.
È possibile comunque accedere alla ricongiunzione che permette di unificare i contributi in un’unica cassa di gestione previdenziale. Però in questo caso, bisogna considerare che la ricongiunzione è onerosa, questo significa che è a totale carico del richiedente. Prima di scegliere quest’opzione, per la particolarità della misura e la penalizzazione in quanto calcolata con il sistema contributivo è consigliato valutare prima l’onere della ricongiunzione e procedere con una simulazione dell’assegno.
In questi casi è consigliato rivolgersi ad un patronato che permetta di ottenere le varie simulazioni, oppure, rivolgersi direttamente agli uffici INPS.