Andare in pensione dopo aver lavorato ma prendere meno dell’assegno sociale: ecco cosa è importante conoscere per evitare queste condizioni
Andare in pensione con un contributo mensile dignitoso dovrebbe essere una sicurezza per ogni cittadino lavoratore: chi passa una vita a lavorare e paga i suoi contributi dovrebbe poter vivere in tranquillità la sua anzianità. Purtroppo in Italia ormai da lungo tempo non è più così.

Il paradosso spiega che in tanti casi lavoratori con contratti saltuari e carriere interrotte sono finiti a contare una pensione anche più bassa dell’assegno sociale. Cioè in Italia per una serie di dinamiche che affronteremo nei prossimi paragrafi, anche chi ha lavorato finisce per prendere un assegno pensionistico inferiore a quello che ottiene una persona che non lo ha mai fatto.
Questo fenomeno spesso sottovalutato, e poco trattato dall’informazione, in realtà è più frequente di quanto si pensi e va a ledere una fetta di popolazione importante: tutti si potrebbero ritrovare in questa situazione, soprattutto con il mondo lavorativo instabile di oggi. È bene quindi essere a conoscenza di tutte le dinamiche che potrebbero far ritrovare il contribuente con un assegno pensionistico scarno che non permetterebbe una vita dignitosa, in modo da capire come poter arginare il problema in anticipo.
Le cause principali di una pensione più bassa dell’assegno sociale
I casi in cui i lavoratori una volta arrivati all’età pensionabile ricevono un assegno più basso di quello ricevuto da chi non ha mai lavorato sono vari. Innanzitutto la prima problematica si concentra nei contributi versati. Se un lavoratore ha versato pochi contributi durante la sua carriera, l’importo della pensione sarà molto basso, ciò significa che se ad esempio si lavorasse per 15 anni, nonostante si facesse qualcosa in più rispetto a chi non ha mai lavorato, si potrebbe finire con una assegno di appena 280 euro al mese.

Questo accade anche per mancanza di integrazione al minimo che è prevista solo per chi ha redditi inferiori a una soglia stabilita dalla legge. Se anche per poche decine di euro si dovesse superare la soglia, non si potrà beneficiare dell’integrazione e la pensione rimarrà molto bassa anche se si avesse lavorato per un periodo di tempo.
Per quanto riguarda poi l’assegno sociale sappiamo già che si tratta di una prestazione assistenziale che si rivolge esclusivamente a chi ha redditi estremamente bassi e non ha i contributi per la pensione di vecchiaia, quindi non può essere richiesto da chi, anche se molto bassa, una pensione ce l’ha, magari anche per via della sommatoria di redditi che provengono da altri averi come per esempio affitti di locali e via discorrendo.
Per evitare di trovarsi in situazioni del genere è fondamentale pianificare per tempo il proprio futuro previdenziale. Ad esempio versare contributi volontari per raggiungere il requisito minimo, e considerare forme di previdenza complementare come per esempio fondi pensione integrativi che fruttano nel tempo e permettono di avere una buona uscita.