Il Movimento 5 stelle ha inserito, nel proprio programma elettorale, la possibilità di pensione anticipata per le mamme lavoratrici. A quali condizioni?
Le mamme potranno anticipare l’accesso alla pensione: è questa la novità dello schieramento politico di Giuseppe Conte.
Le idee dei partiti, per conquistare la vittoria al termine della campagna elettorale, sono numerose ed alcune anche un po’ stravaganti. Per aiutare le mamme lavoratrici, il leader del Movimento 5 stelle ha proposto la concessione della pensione anticipata. Il programma, tuttavia, non convince tutti i cittadini.
L’obiettivo è una maggiore tutela delle donne che sono costrette a gestire famiglia e lavoro ed evitare che debbano scegliere tra la carriera e la crescita dei figli. Per tale motivo, il Movimento 5 stelle ha pensato alla loro uscita anticipata dal mondo lavorativo.
Leggi anche: “Pensione anticipata donne: ecco tutte le opzioni disponibili per uscire prima dal lavoro“.
Ma l’idea dei pentastellati non piace molto, anche perché ci sarebbero già degli strumenti in grado di assicurare tutela alle donne in tale ambito. Facciamo il punto della situazione e analizziamo i pro ed i contro del progetto.
L’ordinamento italiano stabilisce già, per le donne con figli, degli sconti pensionistici sui requisiti per accedere alla pensione. Ad esempio, si può sfruttare la pensione di vecchiaia a 67 anni, con uno sconto di 4 mesi per ogni figlio a carico, fino ad un massimo di 8 mesi, per il pensionamento precoce al raggiungimento dei 66 anni.
Inoltre, i vantaggi per le lavoratrici che hanno una pensione contributiva pura sono maggiori. Ai sensi della Riforma Dini del 1995, infatti, si può ottenere uno sconto perfino di 12 mesi (cioè 4 mesi per ogni figlio). Per poter sfruttare questa opportunità, tuttavia, bisogna aver iniziato a versare i contributi previdenziali solo dopo il 31 dicembre 1995.
Un altro strumento che agevola la flessibilità in uscita delle donne è l’Ape Sociale. Anche in tal caso, infatti, è concesso uno sconto alle mamme lavoratrici. Nel dettaglio, si può ottenere un taglio dei requisiti contributivi di 12 mesi, per ogni figlio, fino alla soglia massima di 2 anni.
In base alle diverse ipotesi, quindi, si può andare in pensione in anticipo, o con 28 anni di contribuzione (invece di 30) oppure con 34 anni (invece di 36).
Per ulteriori approfondimenti: “Pensioni anticipate: tutte le possibilità oggi di uscire prima dal lavoro, anche senza limite di età“.
Non dobbiamo dimenticare, infine, che, almeno per il momento, è in vigore Opzione Donna; permette la pensione anticipata delle lavoratrici, con 58 anni (se dipendenti) o 59 anni (se autonome) di età e 35 anni di contributi versati.
Fatte queste doverose premesse, la proposta del Movimento 5 stelle appare priva di una concreta utilità.
Le lavoratrici madri, inoltre, lamentano la scarsa tutela durante la carriera lavorativa. È soprattutto in relazione ad essa, dunque, che chiedono maggiori attenzioni e non solo nel momento del pensionamento. Ad esempio, nell’ambito di molte realtà, le donne sono ancora discriminate se chiedono i benefici del periodo di maternità, che spetterebbero loro per legge.
In definitiva, se i politici intendono davvero aiutare le donne lavoratrici, dovrebbero ascoltare di più le richieste delle dirette interessate.
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