Pensione di reversibilità e assegno sociale nel 2025: la combinazione che può fare la differenza per Amalia e Andrea

Come Amalia e Andrea possono combinare la pensione di reversibilità con l’assegno sociale nel 2025

Amalia e Andrea hanno recentemente perso i loro coniugi e si trovano a dover affrontare non solo il dolore della perdita, ma anche le sfide economiche che ne derivano.

Pensionata che legge al cellulare
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In Italia, esistono strumenti come la pensione di reversibilità e l’assegno sociale che possono offrire un sostegno finanziario ai superstiti. Tuttavia, comprendere come questi due benefici possano essere combinati non è sempre semplice. Vediamo insieme come funziona questo meccanismo nel 2025.

Cos’è la pensione di reversibilità e chi ne ha diritto

La pensione di reversibilità è una prestazione erogata dall’INPS ai familiari superstiti di un lavoratore o pensionato deceduto. Nel caso del coniuge superstite, come Amalia e Andrea, l’importo corrisponde al 60% della pensione che percepiva il defunto.

Banconote in euro
Cos’è la pensione di reversibilità e chi ne ha diritto-trading.it

Per ottenere questo beneficio, è necessario che il defunto abbia maturato almeno 15 anni di contributi o, in alternativa, 5 anni di contributi di cui almeno 3 versati nei cinque anni precedenti il decesso. È importante notare che l’importo della pensione di reversibilità può essere ridotto se il beneficiario dispone di altri redditi che superano determinate soglie.

L’assegno sociale: requisiti e compatibilità con altri redditi

L’assegno sociale è una prestazione assistenziale destinata a chi si trova in condizioni economiche disagiate e ha compiuto almeno 67 anni. Nel 2024, l’importo mensile dell’assegno sociale è di 534,41 euro, per un totale annuo di 6.947,33 euro, l’importo provvisorio 2025 è 538,69€ (annuale 7.002,97€).

Per avere diritto a questo assegno, il richiedente deve avere un reddito annuo inferiore a tale soglia.

Nel caso di Amalia, che percepisce una pensione di reversibilità di 300 euro mensili (3.600 euro annui), il suo reddito totale è inferiore alla soglia prevista. Pertanto, potrebbe avere diritto a un’integrazione attraverso l’assegno sociale, che coprirebbe la differenza fino al limite di 6.947,33 euro. Questo significherebbe un’integrazione di 2.347,33 euro annui, pari a circa 195,61 euro mensili.

Andrea, invece, percepisce una pensione di reversibilità di 500 euro mensili (6.000 euro annui). Anche in questo caso, il suo reddito è al di sotto della soglia, rendendolo idoneo a ricevere un’integrazione tramite l’assegno sociale. L’importo dell’integrazione sarebbe di 947,33 euro annui, ossia circa 78,94 euro mensili.

È fondamentale ricordare che l’assegno sociale è una prestazione soggetta a limiti di reddito e non è reversibile. Ciò significa che, in caso di decesso del beneficiario, l’assegno non può essere trasferito ai familiari superstiti.

In conclusione, sia Amalia che Andrea possono beneficiare sia della pensione di reversibilità che dell’assegno sociale, a patto che il loro reddito complessivo rimanga al di sotto della soglia stabilita per l’assegno sociale. È consigliabile rivolgersi a un patronato o direttamente all’INPS per una valutazione personalizzata e per avviare le pratiche necessarie.

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