Pensione di reversibilità: il rimborso dei buoni postali taglia l’assegno?

La pensione di reversibilità è un trattamento pensionistico riconosciuto agli eredi in caso di decesso del pensionato o lavoratore, che subisce un taglio in presenza di altri redditi. 

Pensione di reversibilità e buoni postali

La pensione di reversibilità è una prestazione previdenziale prevede delle riduzioni sulla quota spettante al coniuge del pensionato o lavoratore, nel caso di svolgimento di attività lavorativa o in possesso di altri redditi. Un Lettore ha posto un quesito agli Esperti di Trading.it sulla pensione di reversibilità e gli interessi dei buoni postali in caso di rimborso e gli interessi maturati sul conto deposito. Il Lettore chiede se incassando i buoni postali e i relativi interessi l’INPS opera una decurtazione sull’assegno di reversibilità che percepisce.

Pensione di reversibilità: libretto di risparmio e buoni postali

L’INPS attraverso varie circolari ha corretto una errore di interpretazione sulla pensione di reversibilità e redditi derivanti da libretto di risparmio e buoni postali. Gli interessi del conto deposito non devono essere inseriti nella dichiarazione dei redditi in quanto già soggetti a tassazione sostitutiva, infatti, la ritenuta è applicata direttamente dalla banca. Ed è per questo motivo che non sono rilevanti ai fini del diritto alla pensione di reversibilità.

L’INPS con un comunicato stampa del 28 settembre 2016 evidenzia che non sono considerati ai fini del reddito per la pensione di reversibilità, sia gli interessi postali, bancari, CCT, BOT, titoli di Stato, arretrati di lavoro dipendenti prestato sia in Italia che all’estero, proventi da quote di investimento, eccetera. L’INPS con questo comunicato, chiarisce in modo definitivo gli errori interpretativi della circolare n. 195/2015. Quindi, i redditi provenienti da libretto di risparmio e rimborso buoni postali non incidono nella quota di pensione di reversibilità spettante e non opera nessuna decurtazione.

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Riduzioni e massimali 2021

In riferimento alla decurtazione che può subire la pensione di reversibilità in base a massimali specifici sono:

a) 25% nel caso in cui il reddito del familiare superstite, sia superiore a tre volte il mimino (1.546,74 euro al mese);

b) 40% nel caso in cui il reddito del familiare superstite sia superiore a quattro volte il minimo (2.063,12 euro al mese);

c) 50% nel caso in cui il reddito del familiare superstite sia superiore a cinque volte il minimo (2.578,90 euro al mese).

Ricordiamo inoltre, che la quota di reversibilità è ripartita nel modo seguente:

a) 60% per il coniuge;

b) 80% per il coniuge con un figlio;

c) 100% per il coniuge con due o più figli.

Inoltre, se la pensione di reversibilità spetta solo ai figli o ai genitori, le percentuali delle quote sono le seguenti:

a) 70% un solo figlio;

b) 80% due figli;

c) 100% tre o più figli;

d) 15% un solo genitore;

e) 30% due genitori;

f) 15% una sorella o un fratello;

g) 30% due sorelle o fratelli.

I redditi della prestazione di reversibilità sono cumulabili con gli altri redditi del beneficiario.

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