Pensione di reversibilità all’ex coniuge? La recente risposta della Cassazione

Quando un amore finisce, può restare qualcosa che dura per sempre. Anche se si è detto addio da tempo, ci sono diritti che non svaniscono.

Un caso ha scosso gli animi e fatto alzare più di un sopracciglio. Una decisione della Corte di Cassazione sta cambiando le carte in tavola e apre uno spiraglio inaspettato per molte persone divorziate. La questione gira intorno a qualcosa di molto concreto, che tocca la vita quotidiana e il futuro economico di chi si è ritrovato da solo.

Donna che guarda il cellulare
Pensione di reversibilità all’ex coniuge? La recente risposta della Cassazione-trading.it

Antonio e Marisa erano sposati da più di quindici anni. Poi, come succede in tante storie, la vita li ha portati su strade diverse. Dopo il divorzio, ognuno ha cercato un nuovo equilibrio. Nessuno dei due riceveva un assegno: la separazione era stata consensuale, e ciascuno sembrava cavarsela per conto suo. Ma poi è arrivata la notizia che ha cambiato tutto: Antonio è venuto a mancare. Marisa, che nel frattempo aveva perso il lavoro e viveva con una pensione minima di invalidità, si è trovata di fronte a una realtà difficile da affrontare da sola. A quel punto si è chiesta: ho diritto alla pensione di reversibilità dopo il divorzio?

Fino a poco tempo fa, in molti avrebbero risposto di no. Ma qualcosa è cambiato. E la storia di Marisa potrebbe non essere poi così rara. Dietro le fredde righe di una sentenza, ci sono vite vere, fragilità, e scelte che lasciano il segno. E ora, un principio nuovo si affaccia: anche chi è fuori dal matrimonio, ma in condizioni difficili, potrebbe ancora avere un legame con il passato… almeno per quanto riguarda i diritti economici.

Se sei divorziato puoi ancora avere la reversibilità?

La pensione di reversibilità dopo il divorzio sembrava, fino a poco tempo fa, legata a un solo criterio: ricevere un assegno divorzile al momento del decesso dell’ex coniuge. Ma la Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha messo in luce un nuovo scenario, più attento alla realtà concreta delle persone. Secondo i giudici, infatti, non è detto che l’assenza dell’assegno chiuda automaticamente la porta a ogni diritto.

Contenitore con monete e scritta pensione in inglese
Se sei divorziato puoi ancora avere la reversibilità?-trading.it

La chiave ora è una parola che pesa: bisogno. Se l’ex coniuge dimostra di trovarsi in una situazione di reale difficoltà economica, allora sì, potrebbe avere diritto a una parte della pensione di reversibilità. Non basta dire che le cose vanno male: serve documentare tutto, mostrare che non ci sono altri redditi o aiuti, e che la perdita dell’ex partner ha lasciato un vuoto anche economico.

Nel caso di Marisa, ad esempio, la sua pensione minima e la mancanza di altri sostegni rappresentano proprio quel tipo di fragilità che la legge ora guarda con occhi diversi. Non è un diritto automatico, certo, ma è una possibilità concreta. Il giudice dovrà valutare caso per caso, tenendo conto anche della posizione del coniuge superstite, se presente. Si tratta di un bilanciamento delicato, ma che introduce un’idea nuova: anche se non si è più legalmente legati, il legame di un passato condiviso può ancora contare.

La Cassazione cambia lo scenario per molti ex coniugi

Quello che colpisce nella decisione della Corte di Cassazione è il modo in cui viene interpretato il concetto di tutela. Non si guarda più solo alle carte, ma alle persone. Il matrimonio, anche se finito, può lasciare dietro di sé delle conseguenze che non svaniscono con una firma sul divorzio. Se uno dei due ex coniugi si trova in una situazione di indigenza vera, allora anche l’assenza dell’assegno divorzile può essere superata.

Antonio, quando era vivo, non aveva mai versato un assegno a Marisa. Ma questo non significa che, una volta morto, lei non possa più rientrare nei suoi diritti. La Corte ha stabilito che la reversibilità può essere assegnata anche in questi casi, purché ci sia una fragilità economica dimostrabile. In pratica, si guarda alla sostanza più che alla forma.

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