In caso di morte di un pensionato, l’ordinamento italiano prevede l’erogazione della pensione di reversibilità al coniuge. Ma occhio al reddito.
Secondo quanto previsto dall’ordinamento giuridico italiano, al coniuge superstite spetta la pensione di reversibilità, anche se ha un reddito piuttosto alto. Inoltre, il sistema attualmente in vigore permette di accedere anche agli arretrati nel caso in cui la domanda venisse presentata dall’avente diritto in ritardo.
La pensione di reversibilità è un trattamento previdenziale indiretto che spetta al coniuge superstite, al convivente di fatto e all’unito civilmente. In assenza dei tre soggetti appena citati, la legge prevede che la pensione di reversibilità possa essere goduta anche da altre categorie di persone.
In particolare, possono accedere alla pensione di reversibilità, in percentuali differenti:
Secondo quanto previsto dall’ordinamento italiano, il coniuge superstite ha diritto a ricevere la pensione di reversibilità del defunto. Tuttavia, in base ai redditi percepiti dal superstite la prestazione potrebbe subire una riduzione anche del 50%.
Quel che è certo è che un coniuge superstite non potrà mai ricevere la revoca della pensione di reversibilità, a causa della propria condizione reddituale. L’unico caso in cui il coniuge può perdere il diritto alla pensione di reversibilità si verifica quando quest’ultimo contrae un nuovo matrimonio.
Inoltre, la legge italiana non prevede alcun termine entro il quale la pensione di reversibilità può essere richiesta. Di fatto, gli aventi diritto hanno la possibilità di presentare la domanda in qualsiasi momento. Al momento dell’accettazione della domanda saranno corrisposti anche gli arretrati fino ad un massimo di 5 anni.
Nel caso in cui il coniuge superstite svolga un’attività lavorativa o è in possesso di altri redditi può avvenire una riduzione della quota di pensione di reversibilità ha cui ha diritto.
Generalmente, sia la pensione di reversibilità che la pensione indiretta sono erogati in misura pari al 60% dell’importo percepito del defunto.
Nel caso in cui i redditi personali del soggetto che ha diritto alla pensione di reversibilità siano 3 volte superiori al trattamento minimo INPS, la legge prevede una riduzione della percentuale erogata.
Di conseguenza, più alto è il reddito percepito dal coniuge superstite e più bassa sarà la quota di pensione di reversibilità erogata.
Secondo quanto stabilito dalla legge la riduzione delle aliquote possono prevedere un abbattimento del 25%, del 40% e del 50% della prestazione.
Questa situazione si verifica quando il reddito del superstite è superiore rispettivamente di 3, 4 o 5 volte il trattamento minimo previdenziale previsto per l’anno.
Nel 2022 la soglia limite da rispettare, per evitare di subire una riduzione dell’importo della pensione, è pari a 20.429,37 euro.
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