La pensione di reversibilità è per tutti i superstiti? la risposta è no, ma una sentenza della Cassazione può cambiare tutto
Una sentenza della Cassazione potrebbe sin da subito stravolgere le pensioni di reversibilità. Nessun taglio, anzi è previsto un allargamento dei diritti di cui potranno beneficiare i superstiti.
La pensione di reversibilità, come sappiamo, è un trattamento Inps che viene riconosciuto a coniuge, figli e, in mancanza dei primi, ad altri parenti di un soggetto defunto, soggetti che devono soddisfare determinati requisiti in base al grado di parentela con il defunto. La prestazione non è automatica ma i superstiti interessati devono presentare domanda all’Inps. Fino ad oggi le unioni civili sono state escluse dal beneficio, questo vuol dire che se non c’è stato matrimonio il compagno o la compagna dei defunti non potranno chiedere la pensione di reversibilità, anche se dopo una vita passata insieme.
Tuttavia, qualcosa sta cambiando e lo conferma una sentenza della Cassazione dell’agosto 2024.
Ad oggi il/la coniuge di un’unione civile, nel caso di perdita del compagno, non ha diritto ad avere la pensione di reversibilità, proprio perché manca il vincolo matrimoniale ma, come anticipato, presto tutto potrebbe cambiare e questo perché la Corte di Cassazione ha sollevato dubbi di costituzionalità sulle norme che vietano di riconoscere la pensione di reversibilità ai coniugi superstiti di un’unione civile e ai figli delle coppie gay nati con la maternità surrogata.
Il dubbio degli Ermellini è nato dopo che la Corte d’Appello di Milano ha deciso di riconoscere la pensione di reversibilità al componente superstite di una coppia omosessuale. I due uomini, legati da una stabile convivenza, avevano avuto un bambino negli Stati Uniti con la fecondazione assistita, figlio che in Italia era stato registrato solo come figlio del genitore biologico. Anni dopo, però, era arrivata la sentenza statunitense che accertava la paternità anche dell’altro genitore, morto nel 2015. Il sopravvissuto ha dunque avviato le pratiche legali per avere diritto alla pensione indiretta per lui e per il figlio, da qui la decisione della Corte d’Appello e il ricorso dell’Inps.
La Cassazione ha poi chiesto alle Sezioni unite di valutare la discriminazione nel non volere riconoscere la reversibilità a coloro che non risultano legati dal matrimonio ma solo dall’unione civile. L’unione civile è per legge costituita da due persone maggiorenni dello stesso sesso che effettuano una dichiarazione di fronte all’ufficiale di stato civile e alla presenza di due testimoni. Dunque, a tutti gli effetti, l’unione civile risulta un legame legale, a meno che la coppia sia solo convivente.
Ricordiamo che la normativa attuale prevede che la pensione di reversibilità sia riconosciuta solo ai familiari superstiti del defunto in base all’importo di pensione percepito in vita dall’assicurato e in percentuali differenti che sono, nel dettaglio, del 60% per il coniuge solo, dell’80% per il coniuge e un figlio e del 100% per il coniuge e due o più figli.
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