La Legge di Bilancio 2022 presentata al Senato, nel frattempo si valutano le varie proposte, tra cui quella della Corte dei conti, che vede favorevole il M5S per il 2023.
La pensione che vogliamo, una rubrica che racchiude tutte le proposte presentate sulla riforma pensioni, che slitta il prossimo anno in quanto, il premier Draghi ha precisato, nella riunione tra Governo e Sindacati, che mancano tempi e risorse. Tra le tante proposte, spicca quella presentata dalla Corte dei conti. I magistrati nell’elaborazione del rapporto annuale sul coordinamento della finanza pubblica, hanno rilevato le preoccupazioni della spesa previdenziale eccessiva. La loro proposta è quella di rendere il sistema previdenziale graduale con un’età pensionabile uniforme per tutti i lavoratori. Inoltre, previsto il calcolo retributivo e contributivo puro. Analizziamo la proposta che ha trovato parere favorevole dal Movimento 5 Stelle.
La proposta della Corte dei conti si basa proposta con un costo non eccessivo con la possibilità di accedere tutti alla pensione e soprattutto con un’età non troppo elevata. La proposta è la seguente:
a) una pensione anticipata per tutti, che in parte è già prevista per coloro che accedono al sistema contributivo puro e che hanno iniziato a lavorare dal primo gennaio 1996;
b) requisito anagrafico di 64 anni;
c) requisito contributivo minimo di 20 anni;
c) trattamento pensionistico di importo pari a 2,8 volte l’assegno sociale (nel 2021 l’assegno sociale è di circa 460 euro mensili). Con l’eredità si perde l’assegno sociale di 616 euro al mese? La risposta che non ti aspetti
La proposta presentata dalla Corte dei Conti ha riscontrato il parere favorevole dell’ex ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, appartenente al Movimento 5Stelle.
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Questa misura pensionistica prevede il calcolo dell’assegno con il sistema interamente contributivo, come è calcolata oggi l’Opzione Donna.
La Corte consiglia il calcolo con il sistema contributivo per evitare i problemi che potrebbero sorgere tra qualche anno di equità di trattamento tra i lavoratori con anzianità simili.
Nella proposta indicata era indicato anche un potenziamento del sussidio APE Sociale, a causa dello stato di pandemia che ha colpito l’Italia. La proposta evidenzia maggiore attenzione per le categorie considerate a rischio, tra cui disabili e lavori particolarmente faticosi e pesanti.
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