In base all’ordinamento italiano è possibile andare in pensione con 20 anni di contributi, anche senza dover attendere il requisito della pensione di vecchiaia.
La riforma pensionistica, attualmente in vigore, è conosciuta con il nome di legge Fornero e prevede il pensionamento a 67 anni di età a prescindere dal genere del lavoratore. Per accedere a questa forma di pensionamento è necessario aver maturato almeno 20 anni di versamenti contributivi.
Dunque, in Italia, è possibile andare in pensione con 20 anni di contributi, tuttavia non sempre occorre attendere il raggiungimento del sessantasettesimo anno di età.
Di fatto, è prevista anche una forma di pensionamento anticipato che consente di ritirarsi dal lavoro, ben prima del requisito anagrafico previsto dalla pensione di vecchiaia.
Secondo il sistema pensionistico attuale, la pensione di vecchiaia si raggiunge a 67 anni di età e con almeno 20 anni di versamenti contributivi.
Tuttavia, c’è anche un’altra possibilità che permette di ritirarsi dal lavoro conservando lo stesso requisito contributivo della pensione di vecchiaia. Ci stiamo riferendo alla pensione di vecchiaia anticipata che consente di uscire dal lavoro a 56 anni di età per le donne e 61 anni di età per gli uomini. Un altro requisito necessario per poter beneficiare della pensione di vecchiaia anticipata è un’invalidità pensionabile del 80%.
In alternativa, è possibile approfittare della pensione di vecchiaia anticipata a 64 anni. Questa misura è rivolta in favore dei lavoratori che hanno versato contributi in data antecedente al 1° gennaio 1996, sono sufficienti 20 anni di versamenti contributivi.
Tuttavia vi è un altro requisito da rispettare e riguarda il valore dell’assegno maturato. Per poter accedere alla pensione anticipata a 64 anni con 20 anni di versamenti contributivi, è necessario aver maturato un assegno il cui valore deve essere almeno 2,8 volte l’assegno sociale. Di conseguenza, l’assegno di pensione maturato non può essere inferiore a 1288,78 euro al mese.
Un altro metodo per andare in pensione con 20 anni di versamenti contributivi è quello conosciuto con il nome di isopensione oppure “esodo dei lavoratori anziani“.
In sostanza, si tratta di uno scivolo pensionistico che permette ai lavoratori di andare in pensione in anticipo. In tal caso, una quota di versamenti contributivi è effettuata completamente dall’azienda. Per poter accedere a questa opzione occorre essere lavoratori dipendenti del settore privato.
Inoltre è necessario che l’azienda attivi questo meccanismo a causa di un’eccedenza di personale o della necessità di effettuare un ricambio generazionale.
Altro requisito affinché l’azienda possa accedere all’isopensione riguarda l’occupazione in media di almeno 15 lavoratori.
Un’altra misura che permette ai lavoratori di godersi la meritata pensione, dopo 20 anni di versamenti contributivi, è il cosiddetto contratto di espansione. Ci stiamo riferendo ad un’indennità mensile che è erogata in favore dei lavoratori a cui mancano circa 60 mesi dalla pensione di vecchiaia, ovvero 5 anni di versamenti.
Si tratta di una misura introdotta in via sperimentale nel biennio 2019-2020, salvo poi essere confermata fino al 2023. Anche in questo caso, è compito dei datori di lavoro farsi carico del costo dell’assegno mensile.
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