Chi è nato negli anni ’50 quando può andare in pensione e come? Quali modalità e aspetti da considerare, i dettagli al riguardo
La pensione e il pensionamento, argomenti che sono sempre di grande interesse e che stanno a cuore a moltissimi, poiché riguardano una dimensione ed aspetti che interessano tantissimi che hanno voglia e curiosità di saperne di più: chi è nato negli anni 50 quando può andare in pensione? Di seguito, i dettagli al riguardo.
A porsi questa domanda nel proprio approfondimento è Investireoggi.it che, per l’appunto, si domanda quando e come coloro che hanno oggi tra 72 e 63 anni possano presentare la domanda di pensionamento in virtù delle riforme recenti e quanto corrisponderebbe l’assegno mensile.
Per chi è nato nel 1950, ponendo tale caso, quest’ultimi che hanno 72 anni o che avranno tale età nel corso dell’anno, non necessitano di ricorrere all’uscita anticipata e sono parte di coloro a cui spetta la pensione di vecchiaia – anzianità.
Come viene spiegato, sin dal 2019, l’età legata alla pensione di vecchiaia è di 67 anni, al di là della categoria di appartenenza; dal primo gennaio 2011, comunque, i lavoratori dipendenti e coloro che sono iscritti a fondi pensione integrativi oppure sostitutivi, devono arrivare a quota 96. Quest’ultima riguarda almeno sessant’anni di età a cui vanno aggiunti 36 di contributi, oppure 61 di età a cui vanno aggiunti 35 di contributi.
Per quel che concerne i lavoratori autonomi, è quota 97 quella che deve essere raggiunta, quindi 61 di età e 36 di contributi, oppure 62 di età e 35 di contributi. In alcuni casi, vi sono delle gestioni a carico delle quali è previsto che il requisito minimo contributivo di ani 35 ai fini del raggiungimento della quota venga perfezionato non includendo contribuzione figurativa per disoccupazione e/o prestazioni equivalenti.
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Chi ha 67 anni quando può andare in pensione: i dettagli per coloro che sono nati dal 1951 al 1955
Argomento dunque che desta, comprensibilmente, grande interesse ed attenzione, quello inerente alla pensione, con tante domande ed aspetti da conoscere per coloro che, a seconda dell’età e del proprio percorso lavorativo svolto, si approcciano a tale discorso, ciascuno con le relative differenze.
Come detto, ad approfondire diversi punti è Investireoggi.it che spiega che bisogna aver compiuto 67 anni ai fine della richiesta della pensione di vecchiaia, 67 anni e 2 mesi per il pubblico impiego; la pensione dunque spetta a coloro che sono nati dal 1951 al 1955, sebbene nell’ultimo caso sia richiesto quale requisito minimo i 20 anni di contributi.
In linea generale, viene sottolineato che l’accesso al trattamento pensionistico può avvenire anche qualora non vi sia il requisito anagrafico, nel caso in cui vi sia un’anzianità contributiva pari ad almeno quarant’anni. Si legge che nel caso di chi ha raggiunti i 35 anni di contributi, ad essere utilizzata è la contribuzione figurativa per disoccupazione e malattia che permette di arrivata ad anni quaranta.
I termini di decorrenza della pensione sono fissati una volta trascorsi 15 mesi (lavoratori dipendenti) e 21 mesi (autonomi dalla maturazione del requisito contributivo).
Anche nel caso, viene spiegato da Investireoggi.it, della contribuzione estera maturata nei casi dell’UE o extracomunitari ma convenzionati con l’Italia, si può perfezionare; in questo caso si parla di totalizzazione internazionale dei periodi assicurativi italiani ed esteri ai fini dell’accertamento del diritto alla pensione.
Per quanto riguarda le cifre, il calcolo viene fatto in proporzione ai contributi accrediti nell’assicurazione italiana in base al criterio pro-rata che viene applicato in regime internazionale.
Si può fare richiesta online a INPS per la pensione di anzianità oppure chiamando il numero 803 164, o ancora rivolgendosi a entri di patronato ed intermediari.
Quota 102 e pensione a 66 anni e 64 anni: alcuni dettagli
Come funziona invece per coloro che hanno 66 anni e sono nati nel 1956? In questo caso, per andarci un anno prima, bisogna far riferimento a Quota 102; come spiega Investireoggi.it vi sono dei requisiti che vanno rispettati e che riguardano l’aver raggiunto 64 anni di età e aver versato 38 anni di contributi entro il 31 dicembre 2022.
La domanda può essere inviata in via telematica per colui che è dotato di SPID, CIE, Carta nazionale dei servizi. Oppure mediante gli Istituti di Patronato e i soggetti abilitati alla intermediazione, oppure ancora facendo uso del Contact Center.
Come spiega investireoggi.it, dunque Quota 102 può essere considerata da chi ha compiuto o ha più di 64 anni; una soluzione per i nati dal 1957 al 1958 (e 1956), che possono fare richiesta uscita anticipata prima che vengano raggiunti i 67 anni, età in cui spetta la pensione di vecchiaia.
Quota 102 è stata introdotta dall’Esecutivo che ha riconosciuto tale diritto nei casi di raggiungimento, entro il 31 dicembre 2022, di un’età anagrafica che sia almeno di anni 64; di una anzianità contributiva che sia almeno di anni 38.
Tale modalità di presentazione della domanda può essere usufruita da coloro che sono iscritti alle Gestioni private, a Gestione pubblica e Gestione spettacolo e sport anche per poter fare richiesta del cumulo dei periodi assicurativi per poter conseguire il diritto a pensione Quota 102.
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Pensione per chi ha meno di 63 anni: come funziona e dettagli
Tutti coloro che sono nati nel 1959 e che hanno spento o stanno per segnerebbe le 63 candeline non possono avere accesso a quota 102 ne fare richiesta per la pensione di vecchiaia; tuttavia, spiega Investioreoggi.it, l’alternativa in questo caso può essere il pensionamento anticipato per pensione riconosciuta a coloro che sono definiti lavoratori precoci, o pensionamento anticipato con requisiti agevolati per lavori usuranti.
Può esserci l’accesso alla pensione anticipata con requisiti agevolati per lavoratori pubblici e privati le cui attività lavorative sono faticose e considerati usuranti, nel caso in cui la suddetta attività usurante sia svolta per almeno 7 anni negli ultimi 10 di lavoro o per almeno la metà della vita lavorativa nel suo complesso.
Per quanto riguarda i lavoratori precoci, si legge, l’Inps, su domanda, riconosciuta una prestazione economica a chi può far valere almeno dodici mesi di contribuzione effettiva antecedendo al diciannovesimo anno di età; determinate condizione secondo legge, come disoccupati, assistenti di familiare con disabilità, invalidi civili e così via; 41 anni di contribuzione entro la data del 31 dicembre 2026.
Ai fini dell’accesso alla riduzione del requisito contributivo per lavoratori precoci, va presentata una domanda di riconoscimento ad esso relativo entro il primo marzo di ogni anno e soltanto in caso positivo, anche in virtù di controlli circa la copertura finanziaria, si può presentare – si legge su Investireoggi.it – la domanda di pensionamento anticipato.
Altre domanda presentata dopo il primo marzo e non oltre il 30 novembre, vengono prese in considerazione solo qualora residuino risorse finanziare.
Ad ogni modo ed in ogni caso è opportuno ed importante che ciascuno si informi e approfondisca tali come altri elementi, confrontandosi con gli esperti del campo e gli specialisti, ai fini del chiarimento di ogni eventuale dubbio, aspetto e dettaglio da conoscere al riguardo.