Quando avverrà il passaggio al calcolo della pensione interamente col sistema contributivo e quali differenze, quali cambiamenti vi saranno? Alcuni dettagli
In un certo lasso di tempo vi sarà il giorno in cui le pensioni verranno calcolate con il sistema contributivo, tutte. Ma quali differenze e quali cambiamenti vi saranno con il passaggio, circa il calcolo pensione internamente con sistema contributivo? E quando potrebbe accadere? I dettagli in merito.
Tiene banco il tema pensioni e la questione della riforma, si discute su di un argomento che chiaramente desta attenzione e suscita grande interesse. In futuro, arriverà un momento in cui tutte le pensioni verranno calcolate col sistema contributivo, a spiegarlo è Money.it, e allora vi sarà la possibilità di ragionare su di una riforma sul tema che preveda maggior flessibilità in uscita.
A confermalo, si legge, l’ex Ministra Fornero, che ha commentato proprio per Money le ultime news sulla quesitone pensioni. E ha spiegato che per ora è presto per ragionare su misure che permettano l’accesso alla pensione in anticipo, a meno che non prevedano un ricalcolo interamente contributivo della pensione.
Un sistema di questo tipo da cui non si può prescindere, ha affermato il presidente Draghi, poiché è in grado di fornire stabilità al sistema. In via generale si tratta di un sistema magari che penalizza maggiormente, poiché ne risulterà un assegno pensionistico più basso rispetto al calcolo con il retributivo. Ma permette di mettere in salvo i conti pubblici, si legge.
Ecco che per tale motivo, quando la fase di transazione sarà completata, quindi col passaggio completo dal retributivo al contributivo, si potrà acconsentire ad un pensionamento anticipato, pur facendo attenzione all’importo circa le pensioni.
Nel caso del sistema di calcolo contributivo infatti, le pensioni considerano i contributi effettivamente versati dal soggetto lavoratore durante la carriera. Col rischio di ricevere un assegno inadeguato nel caso in cui si lavorasse per un numero ridotto di anni. E con uno stipendio non molto alto.
Pensione con sistema calcolo contributivo: quando ci sarà e cosa può cambiare
Alto l’interesse quando il tema riguarda le pensioni, come nel caso della riforma, questione che tiene banco e fa discutere, con ipotesi sul tavolo come Quota 41.
Rispetto al tema in oggetto, nel 2011 la legge Fornero ha approvato il passaggio definitivo dal sistema retributivo a contributivo, per ora però ci si trova in una fase transitoria. Un buna fetta delle pensioni è calcolata ancora col sistema misto, dunque per una parte, ogni anno minore, con il retributivo e per l’altra col contributivo.
Col passare degli anni, la prima si riduce e l’altra aumenta, così come crescono le pensioni calcolate interamente col contributivo, ovvero per chi ha iniziato a lavoratore dal 1996.
Il momento in cui sarà per tutti così, l’evoluzione temporale di un processo naturale che si compirà, avrà luogo nei primi anni del 2030, spiega Money.it. Chi accederà alla pensione in quegli anni dunque, la riceverà col calcolo interamente fatto con regole del contributivo.
Ma cosa può cambiare, quali le differenze?
Con il contributivo, le pensioni si calcolano considerando i soli contributi versati dai lavoratori. Per tale ragione, anche in virtù dei coefficienti di trasformazione che premiano coloro che ritardano l’accesso al pensionamento, e viceversa, chi va in pensione prima percepirà un assegno minore.
Un sistema che permette la sostenibilità delle casse dello Stato e perciò, quando saranno tutte così, vi sarà la possibilità di rendere più flessibile l’attuale sistema, si spiega.
Dopotutto, la medesima riforma Fornero riconoscer la possibilità dell’accesso alla pensione a 64 anni e non 67, ma soltanto nel caso in cui l’assegno abbia un importo pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale.
Per la prof. Fornero, si legge, è importate stabilire un importo minimo di assegno, altrimenti con l’anticipo del collocamento in quiescenza si può rischiare una pensione molto bassa e non adeguata rispetto alle spese di tutti i giorni, con lo Stato che dovrà intervenire circa il sostegno.
Il contributivo, inoltre, fissa una soglia minima anche rispetto a chi vuole accedere alla pensione di vecchiaia a 67 anni. In questo caso, la pensione deve avere un importo di almeno 1,5 volte l’assegno sociale. Dunque, rispetto alle cifre in vigore per l’anno corrente, di almeno 700€ di pensione.