Il periodo di aspettativa di un massimo di due anni anche per assistere un familiare con legge 104 è riscattabile e utile alla pensione.
Si tratta di un periodo di aspettativa di un massimo di due anni per gravi motivi familiari. Questo periodo non è coperto da retribuzione e neanche da contribuzione figurativa, ma da diritto alla conservazione del posto di lavoro. Analizziamo di cosa si tratta e come far valere i periodi di aspettativa utili ai fini della pensione.
Tra i gravi motivi che danno diritto al periodo di aspettativa si configura anche l’assistenza ad un familiare con handicap grave ai sensi della legge 104 art. 3 comma 3. Inoltre, non è previsto il requisito di convivenza ed è possibile assistere familiari o affini entro il terzo grado di parentela.
I gravi motivi che danno diritto al periodo di aspettativa di un massimo di due anni sono:
a) patologie croniche o acute che determinano una parziale o temporanea riduzione della capacità motoria. Sono incluse le malattia reumatica, congenita, neoplastica, dismetabolica, infettiva, neurologica, psichiatrica, carattere evolutivo o soggette a riacutizzazione periodiche, post-traumatica;
b) patologie croniche o acute che richiedono l’assistenza continua di un familiare:
c) malattie che richiedono continui monitoraggi clinici, con assistenza continua o frequenti monitoraggi clinici;
d) malattie dell’infanzia e dell’età evolutiva, acute o croniche che richiedono assistenza continua.
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I periodi di aspettativa non sono coperti da contribuzione figurativa e quindi, non sono utili ai fini pensionistici. Tuttavia, è possibile procedere con il riscatto contributivo. La circolare INPS n. 15 dell’anno 2001 regola le condizione per aderire al riscatto che è a totale carico del lavoratore. Il riscatto può essere effettuato in qualsiasi momento. Inoltre, il lavoratore deve produrre un’idonea documentazione con data certa da cui risulti la patologie sopra indicate o la documentazione per l’assistenza e la cura al disabile in situazione di gravità. Il riscatto contributivo è valido ai fini pensionistici a tutto gli effetti. Il riscatto è utile ad aumentare il valore dell’assegno pensionistico e permette di accedere a raggiungere il requisito contributivo richiesto per la misura pensionistica scelta. Pensione e riscatto del servizio militare: non sempre conviene ma in pochi lo sanno
Ricordiamo che il massimo dei contributi riscattabile è di due anni e il periodo riscattabile deve risultare dal libro paga e dal cedolino rilasciato dal datore di lavoro.
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