Il Governo Meloni ha avanzato un’idea di pensione anticipata Opzione uomo sulla falsariga della misura Opzione donna. Ma è davvero conveniente?
Già in campagna elettorale le forze di centro-destra avevo un avanzato l’ipotesi di introdurre una forma di pensionamento anticipato, che seguisse la falsariga di opzione donna. Tuttavia, è intervenuta la CGIL per bocciare la proposta, perché potrebbe tagliare eccessivamente l’assegno di pensionamento a causa del ricalcolo contributivo.
A quanto pare, la bocciatura della CGIL è legata alla forte penalizzazione a cui andrebbero incontro i lavoratori che deciderebbero di accedere alla forma di pensione anticipata Opzione uomo. In sostanza l’assegno previdenziale sarebbe eccessivamente tagliato a causa del ricalcolo contributivo.
A confermare la bocciatura del CGIL ci ha pensato il presidente dell’INPS, che ha fatto riferimento anche hai dati relativi a Opzione donna. A quanto pare, la misura di pensionamento anticipato accessibile alle lavoratrici è stata scelta solo dal 25% della platea a cui era rivolta.
Il motivo per il quale la misura di pensionamento non è particolarmente apprezzata dai lavoratori è proprio l’eccessiva riduzione dell’assegno.
Opzione uomo non rappresenta una formula vantaggiosa per il lavoratore. Per questo motivo si sta prendendo in considerazione un’altra proposta avanzata dalle forze di centro-destra. Stiamo facendo riferimento a quota 41, che prevede il versamento di 41 anni di contributi e il raggiungimento di una determinata soglia di età.
Dopotutto l’ipotesi di introdurre un’Opzione uomo, sulla falsariga di Opzione donna, permetterebbe ai lavoratori di sesso maschile di andare in pensione anticipata a 58 anni, per i dipendenti, e 59, per gli autonomi, versando 35 anni di contributi.
La misura prevedrebbe l’applicazione di un ricalcolo contributivo per la quantificazione dell’assegno da erogare al lavoratore.
Dunque, potremmo dire che Opzione uomo funzionerebbe allo stesso modo di Opzione donna, ovvero attraverso il ricalcolo contributivo dell’assegno, a prescindere dal fatto che i versamenti siano avvenuti prima del 1996.
Proprio come per la misura di pensionamento anticipato per le lavoratrici, anche Opzione uomo prevede una penalizzazione per coloro che hanno un maggior numero di contributi versati entro il 31 dicembre 1995.
La CGIL ha, infatti, denunciato che con opzione uomo l’assegno sarebbe ridotto per due ragioni:
In alternativa, per offrire la possibilità ai lavoratori di ritirarsi in via anticipata, ci sarebbe quota 41.
La misura permetterebbe di andare in pensione con 41 anni di versamenti contributivi, senza ricalcolo contributivo, ma solo dopo aver maturato un determinato requisito anagrafico che ancora non è stato stabilito.
Tuttavia, come per tutte le misure di pensionamento, è necessario valutare la fattibilità in termini economici. È dunque necessario valutare l’impatto sui conti pubblici dal momento che bisogna affrontare anche le emergenze economiche legate alla crisi e alla guerra.
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