Coloro che svolgono lavori usuranti, ovvero faticosi e pesanti, hanno diritto alla pensione anticipata. Vediamo a chi spetta e come ottenerla.
Gli addetti ai lavori ritenuti usuranti possono richiedere la pensione anticipata inoltrando la domanda all’INPS entro il 1° maggio 2022. Si tratta di tutte quelle mansioni pesanti o faticose per le quali sono previste riduzioni e tutele da parte del nostro sistema previdenziale.
Chi svolge una di queste professioni può accedere al pensionamento anticipato con due modalità:
- Quota 97,6 per i dipendenti: consiste nella somma tra età e contributi e prevede un’età minima di 61 anni e 7 mesi con un’anzianità contributiva pari a 35 anni;
- Quota 98,6 per gli autonomi: richiede l’età minima di 62 anni e 7 mesi con un’anzianità contributiva minima di 35 anni.
Chi svolge attività usuranti può accedere alla pensione anticipata se ha lavorato per almeno 7 anni in quel determinato settore negli ultimi 10 anni di lavoro, calcolando anche l’anno di maturazione dei requisiti oppure se ha svolto lavori pesanti per almeno la metà dell’intera vita lavorativa. Le finestre mobili previste dalla Legge di Bilancio 2017 per i lavoratori dipendenti di 12 mesi e quelle per i lavoratori autonomi di 18 mesi non esistono più. Ed anche l’adeguamento alle prospettive di vita è stato sospeso fino al 2026.
Modalità di richiesta per la pensione anticipata
Per ottenere il beneficio previdenziale bisogna inviare la richiesta all’Inps attraverso la domanda presso gli uffici competenti entro il 1° maggio dell’anno precedente rispetto a quello in cui si matureranno i requisiti. Sarà poi lo stesso ente pensionistico a farsi carico della richiesta e a fornire l’esito che verrà inviato entro il 30 ottobre. In caso di risposta positiva si potrà procedere con la domanda di pensione vera e propria che verrà esaminata e rilasciata soltanto se si possiedono tutti gli altri requisiti di legge.
Quali sono i lavori usuranti?
Il Decreto Legislativo 67 del 2011 ha stabilito quali sono le attività usuranti, già contenute anche nel Decreto del Ministero del Lavoro del 19 maggio 1999. Rientrano in questa definizione i lavori nelle cave, nelle gallerie, nelle miniere, quelli svolti dai palombari e quelli nei cassoni ad aria compressa. Fanno parte delle attività pesanti o faticose anche la lavorazione del vetro cavo, quelle ad alte temperature come lavorare nelle fonderie o negli altoforni, i lavori per l’esportazione dell’amianto e quelli svolti in spazi ristretti come intercapedini o pozzetti.
Sono considerati lavori usuranti anche i lavori con turni notturni, con qualche distinguo a seconda delle ore lavorate. Chi si sottopone a turni la notte per un minimo di 6 ore e almeno 78 notti all’anno può richiedere la pensione anticipata. Un lavoratore invece che effettua turni notturni di 6 ore ma lavora meno di 78 notti all’anno può andare in pensione anticipata con modalità leggermente diverse in base al numero di notti lavorate: tra 64 e 71 si applica quota 99, tra 72 e 78 vale quota 98.
Infine ci sono altre categorie di lavoratori notturni che acquisiscono il diritto all’anticipo del pensionamento: coloro che guidano autoveicoli per il trasporto pubblico collettivo con capienza non inferiore ai 9 posti; chi lavora per almeno 3 ore tra mezzanotte e le cinque del mattino nell’arco di tutto l’anno lavorativo; coloro che lavorano presso imprese in catena di montaggio.