A che punto è la nuova lista dei “lavori gravosi”, che permette di accedere alla pensione anticipata (APE Sociale e Quota 41)?
Il governo è alle prese con la nuova Riforma pensioni e la decisione arriverà entro giovedì di questa settimana. Nel frattempo restano tante incognite, tra cui la nuova lista dei lavori gravosi che dovrebbe allargare la platea dei beneficiari. Si tratta di una lista elaborata dalla Commissione tecnica su richiesta del Governo. La nuova lista delle professioni particolarmente gravosi e pesanti prevede un passaggio dalle attuali 65 mansioni a 203. Queste mansioni dovrebbero essere integrate nella proroga dell’APE Sociale per il 2022 e nella Quota 41 destinata ai lavoratori precoci. Ma andiamo per gradi.
Pensione anticipata per lavori gravosi: la nuova lista a che punto è?
Un Lettore ha chiesto agli Esperti di Trading.it a che punto è la lista dei lavoratori gravosi e se sarà integrata nell’APE Sociale.
La lista è pronta ed è sul tavolo tecnico del governo che studia la nuova Riforma pensioni per il 2022. Il dibattito è ancora attivo e al momento non ci sono certezze. Nel Documento programmatico approvato dalla Camera, si evidenza la volontà di non voler riformulare l’intero sistema previdenziale, ma trovare per due anni una misura cuscinetto che limiti lo scalone dei cinque anni che lascia Quota 100. Ricordiamo che Quota 100 termina il suo triennio sperimentale il 31 dicembre 2021.
Detto questo, anche la nuova lista dei lavori gravosi dovrebbe entrare nella nuova Legge di Bilancio 2022, a supporto del sussidio APE Sociale e Quota 41. Pensione ‘Ape sociale rafforzata’ a 63 anni di età anche nel 2022
Chi sono i nuovi lavoratori gravosi?
La Commissione istituzionale che ha stilato i nuovi lavori gravosi, ha individuato 203 nuove mansioni che potrebbero essere inserite nell’APE Sociale se sarà prorogata nel 2022. Ricordiamo che l’APE Sociale permette l’accesso al pensionamento con 63 anni di età e nel caso della tutela delle mansioni gravosi, con 36 anni di contributi. Invece, per le altre tutele (invalido, caregiver e disoccupato) è richiesto un requisito di 30 anni di contributi.
L’estensione dell’elenco delle mansioni particolarmente faticose e pesanti, prevede il passaggio da 15 a 57 gruppi e da 65 a 203 mansioni. In effetti, si aprirebbero le porte a molti lavoratori attualmente esclusi dalla misura.
Ricordiamo che, oggi, la pensione APE Sociale prevede un requisito essenziale per i lavoratori gravosi, ed è quello di aver svolto la mansione “gravosa” per sei anni negli ultimi sette anni. Oppure, sette anni negli ultimi dieci anni.
La nuova lista è stilata in base ai criteri dettati dall’INAIL che riguarda tre indici specifici:
a) frequenza degli infortuni;
b) numero delle giornate di assenza per malattia;
c) numero delle giornate di assenza per infortunio.
La nuova lista è frutto di uno studio dei parametri INAIL e ISTAT, per tutte le categorie maggiormente esposte a stress e oneri fisici. Quindi, che hanno bisogno di maggiori tutele.
Nel nuovo elenco si evidenziano: budelli, tassisti, falegname, saldatori, conduttori di autobus, tranvieri, macellai, panettieri, benzinai. Inoltre, anche i commessi, cassieri, insegnanti delle scuole elementari, operatori sanitari qualificati, forestali, portantini e verniciatori industriali.
Ma quest’elenco non è definitivo, perché l’ultima parola di inserimento nel sistema previdenziale, spetta ai ministeri dell’Economia e del Lavoro.
Ricordiamo che i sindacati precisano che le pensioni non sono un privilegio ma un diritto. E sui lavori gravosi ritengono la necessità di una maggiore flessibilità all’accesso alla pensione.
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Quota 41 per i lavoratori precoci
Quest’opportunità dell’ampliamento delle categorie dei lavori gravosi, include anche Quota 41, che ha le stesse tutele dell’APE Sociale. Ma, questa misura è destinata ai lavoratori che hanno versato un anno di contributi prima del compimento del diciannovesimo anno di età “precoci”. Poi, devono trovarsi in una delle quattro tutele sopra menzionate, e avere un requisito contributivo di 41 anni a prescindere dall’età anagrafica.
Questa misura nel 2022, come promesso dal precedente Governo, Salvini – Di Maio, doveva essere libera da vincoli e tutele. Quindi, 41 anni per tutti a prescindere dall’età anagrafica. Ma, dalle ultime statistiche e rapporti OCSE è risultata troppo oneroso per le casse dello Stato. Quindi, il Governo non prevede questa possibilità, anche se i sindacati la reclamano a gran voce. Infatti, da come risulta dalle ultime indiscrezioni, i sindacati bocciano le misure graduali proposte dal governo come cuscinetto (Quota 102 e Quota 104) e chiedono Quota 41 per tutti.
A breve si avranno aggiornamenti e sapremo quale sarà la sorte della Riforma pensione che sarà inclusa nella Legge di Bilancio 2022.