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Pensione anticipata, priorità a questi lavoratori: l’orario è decisivo

Anche il lavoro notturno concede la pensione anticipata. L’importante è possedere i requisiti giusti e, soprattutto, rispettare le normative del Ccnl.

 

La pensione anticipata può costituire una buona opportunità per alcune determinate categorie di lavoratori. Non è un caso che, per l’anno in corso, il Governo abbia deciso di rinforzare alcuni strumenti utili all’uscita dal lavoro prima dei consueti tempi tecnici.

Foto © AdobeStock

E’ chiaro che per godere dell’anticipo è necessario rispettare alcuni requisiti precisi. Qualora se ne sia in possesso, però, sarà possibile beneficiare di una via prioritaria per la cessazione dell’attività lavorativa e l’inizio del trattamento pensionistico, relativamente in giovane età: prima dei 62 anni. Non è sempre necessario svolgere lavori usuranti o di chissà quale entità. Anche se queste categorie figurano ai primi posti fra quelle incluse nello strumento dell’Ape Sociale, vi sono lavori che, per loro natura, possono finire per sollecitare il fisico e la psiche del lavoratore anche se non prettamente considerati usuranti. Si tratta di quelle mansioni svolte prevalentemente nelle ore notturne. E l’estensione dell’anticipo è piuttosto importante dal momento che, se si eccettuano strumenti come Opzione Donna (pensione a 59 anni massimo) o l’anzianità per i militari (58),  l’uscita è prevista entro i 62 anni di età.

Va comunque precisato che i requisiti per l’ottenimento dell’anticipo variano in base al lavoro che si svolge e ai turni di lavoro dell’anno lavorativo. Questo perché, a norma di legge, la pensione anticipata per queste ragioni tiene conto delle giornate di servizio prestato durante la notte nel corso dell’intero anno. Il massimo ottenibile è un anticipo a 61 anni e 7 mesi per tutti coloro che, durante la carriera lavorativa, hanno svolto la propria mansione per almeno 78 giorni all’anno in orari notturni.

La pensione scatterà a 62 anni e 7 mesi, invece, per chi ha svolto da 72 a 77 giorni all’anno in notturna. Infine, 63 anni e 7 mesi per i lavoratori con 64-71 giorni di turno di notte l’anno. Per i lavoratori autonomi, l’unica differenza è nel requisito anagrafico (un anno in più). Sul piano contributivo, invece, non si cambia: almeno 35 anni di versamenti.

Pensione anticipata, come funziona il lavoro notturno

Gli orari lavorativi che includono la notte sono regolamentati per le varie categorie in base ai Contratti collettivi nazionali del lavoro di riferimento. E’ pur vero che, in senso generale, ognuno di essi prevede delle maggiorazioni specifiche. Date dal maggiore sforzo fisico e mentale richiesto a chi svolge una professione che richiede dei turni di notte. Devono comunque essere rispettati dei requisiti al fine di ottenere sia le maggiorazioni sul compenso base che l’eventuale pensione anticipata. Fra questi, la continuità dello svolgimento del servizio in tali orari. La pensione anticipata potrà infatti essere ottenuta solo se il lavoratore in questione ha svolto attività lavorative in orario notturne per almeno 7 anni negli ultimi 10 precedenti al pensionamento. Oppure, incontrovertibilmente, per la metà della propria vita lavorativa complessiva.

Maggiorazioni contributive

Inoltre, bisogna prestare attenzione a cosa si intende effettivamente per orario notturno. Anche in questo caso, infatti, intervengono le normative vigenti. Il lavoratore di notte è riconosciuto come tale se svolge le proprie attività fra la mezzanotte e le cinque del mattino (anche se alcune categorie anticipano alle 22). Basterà che la prestazione sia svolta per almeno 3 ore in questa fascia oraria per essere considerato lavoratore notturno. A proposito di maggiorazione, anche sul piano contributivo sarà possibile ottenere un plus pari al 50%, erogato proprio ai fini pensionistici. Tale agevolazione è destinata a coloro che svolgono le loro mansioni di notte per almeno 12 ore la settimana. Ad esempio, il caso degli operai delle produzioni a ciclo continuo. In questi casi, 50 giornate lavorative su turnazioni notturne di 12 ore saranno equiparabili ai lavori svolti di giorno per 75 giornate. Un’ulteriore spinta all’anticipo in pratica.

Damiano Mattana

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