In Italia, è possibile andare in pensione anticipata senza dover aspettare quella di vecchiaia. Tuttavia, questa decisione comporta un sacrificio economico.
Tra l’APE sociale e la pensione di vecchiaia vi è un’importante differenza che riguarda l’importo dell’assegno previdenziale.
In attesa delle elezioni di settembre, è possibile ipotizzare che il nuovo esecutivo introdurrà una riforma pensionistica, sostituendo la legge Fornero attualmente in vigore.
La riforma di pensionamento valida in questo momento prevede il raggiungimento di requisiti piuttosto rigidi. Di fatto, per poter andare in pensione con la legge Fornero è necessario raggiungere 67 anni di età anagrafica.
Tuttavia, grazie ad una serie di interventi effettuati dai Governi che si sono susseguiti negli ultimi anni, sono disponibili delle forme di pensionamento anticipato.
Ma sono davvero convenienti? Cosa comporta accedere al pensionamento anticipato?
Grazie ad alcune forme di pensionamento anticipato, i lavoratori che sono prossimi al ritiro dal lavoro hanno la possibilità di optare per soluzioni che non prevedono il raggiungimento di 67 anni di età.
Una di queste è la cosiddetta APE sociale: un’indennità a carico dello Stato, che viene erogata dall’istituto previdenziale a determinati soggetti, secondo le condizioni previste dalla legge.
In sostanza, per poter accedere alla cd Ape sociale, è necessario che il richiedente abbia raggiunto 63 anni di età e che non sia già titolare di pensione diretta in Italia o all’estero.
Dunque, per accedere a questa forma di pensionamento anticipato è necessario effettuare un’apposita domanda fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia.
L’indennità è riservata ai lavoratori iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti oppure alle forme sostitutive ed esclusive della stessa. L’Ape sociale è indirizzata anche in favore dei lavoratori autonomi iscritti alla Gestione separata.
Per accedervi occorre che il richiedente appartenga ad una di queste categorie:
Accedendo alla pensione anticipata, ovvero all’Ape sociale, il pensionato potrebbe non percepire l’assegno pieno.
In sostanza, la somma di denaro che spetta è uguale a quella calcolata al momento dell’accesso all’Ape, ma solo se l’importo è pari o inferiori a €1.500 lordi.
Nel caso in cui l’importo dovesse essere superiore alla suddetta cifra, sarà erogata una pensione mensile di €1.500 lordi fino al raggiungimento dei 67 anni di età.
È doveroso precisare che l’Ape sociale è erogata solo per 12 mensilità e, dunque, non prevede la tredicesima.
Dopotutto, l’Ape sociale rappresenta una misura temporanea, che termina quando il soggetto raggiunge i requisiti minimi per accedere alla pensione di vecchiaia. Di fatto, coloro che percepiscono l’Ape sociale prima del compimento dei 67 anni di età dovranno presentare domanda di pensione di vecchiaia, con il conseguente adeguamento dell’importo.
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