Pensione anticipata e rendita mensile: arriva lo scivolo per lasciare il lavoro fino a 10 anni prima

Pensione anticipata e rendita, chi vuole lasciare il lavoro in tempi record e con vantaggi extra? La novità che piace ai contribuenti.

Inutile negare, se c’è un tema che in questo momento è definito “scottante” non si può non dire che sia questo: la pensione anticipata è un sogno, ma se c’è anche la rendita? Ecco che la situazione, ancora una volta, è destinata ad essere stravolta da parte delle azioni di Governo. Il sistema pensionistico italiano non è estraneo a problematiche altamente criticate. Dalle questioni di incostituzionalità, fino ad anche la nostalgia nei confronti dei vecchi parametri retributivi. Insomma, c’è tanta carne sul fuoco, ma quel che è certo è che la novità di cui si tratta oggi è un vantaggio che alcune categorie di lavoratori non devono assolutamente lasciarsi scappare.

Pensione anticipata e rendita cosa cambia
Novità in tema pensioni, ecco gli aggiornamenti che stravolgono tutto (@Canva)- Trading.i

Guida al beneficio, e non solo, si esplicano tutte le azioni da porre in essere in maniera pratica e veloce. Come ben si sa, ogni aspetto della vita è ormai è altamente digitalizzato, e tra un finestra e l’altra tra Google e INPS, ci si può facilmente perdere se non si è pratici. La situazione poi si complica se nel frattempo i piani mutano continuamente, ma a quanto pare sembra proprio che c’è chi non solo andrà in pensione 10 anni prima con la nuova condizione “anticipata”, ma c’è anche una rendita da non dimenticare.

La pensione anticipata con rendita è poi una soluzione che piace a chi è più in difficoltà. Infatti, è dedicata nello specifico a quella categoria di lavoratori che peggio sta vivendo questo momento di crisi. Il Governo ha varato una novità che svecchia il sistema pensionistico, soprattutto aggiunge quella “dinamicità” che manca!

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La “dinamicità” in questione svecchia parecchio il sistema pensionistico, complice di far parte di un apparato burocratico italiano dalle sembianze di un fossile. E’ convinzione comune che il Bel Paese gestisca in maniera troppo lenta ed articolata le varie questioni, specialmente le pensioni. Il punto è che nonostante questa situazione, di recente l’acronimo R.I.T.A ha acceso una luce di speranza nei confronti di chi credeva che tutto fosse perduto. Di cosa si tratta? Soprattutto cosa serve fare per avere i due istituti?

Pensione anticipata e rendita chi può richiederle
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A parlare è la COVIP, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, ed afferma che la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, la R.I.T.A. è quella misura integrativa al reddito che garantisce come una vera e propria assicurazione, un’entrata mensile in attesa dell’ottenimento della pensione di vecchiaia. E’ un’erogazione di capitale rateizzata che funge da sostegno per tutti coloro che sono disoccupati da almeno 24 mesi, e al tempo stesso devono ancora attendere 10 anni per pensionarsi. Come si può riscattare la propria posizione in relazione alla pensione?

Come possono rispettare i criteri pensionistici se nel frattempo non lavorano? E a sopravvivere? La situazione in atto è deprimente e condizionata negativamente dal caro vita e dall’inflazione. Entra in soccorso questo istituto integrativo dalla durata temporanea. Infatti, viene sì erogato ogni mese, ma dura per tutto il periodo che va dalla richiesta all’ottenimento della pensione, non è a vita. Inoltre, è integrativo perché preso dal capitale accumulato nel proprio fondo pensione. E’ anticipato, perché viene dato in anticipo.

Quali requisiti avere? Bisogna essere aderente da almeno 5 anni alla previdenza integrativa. Condizione alla quale si aggiunge aver concluso i rapporti di lavoro al momento della richiesta, ma questo non esclude che al percepimento della RITA, se c’è l’occasione, di tornare a lavorare. Avere 62 anni, 5 meno dell’età pensionistica, o 57 con i 10 anni di anticipo. Infine, aver versato 20 anni di contributi.

Fiscalmente ci sono altri vantaggi, l’aliquota è solo al 15%, la quale anno dopo anno subisce una riduzione dello 0,3%, fino a giungere al termine dei 10 anni il 9%. Quali documenti servono? L’estratto conto rilasciato dagli enti di previdenza che attestino i 20 anni di contributi, e il certificato rilasciato dal centro per l’impiego che attesta i 24 anni di disoccupazione.

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