Quando e in che modo si può accedere alla pensione anticipata con depressione: di cosa si tratta e alcuni dettagli in merito
In quale modo e quando si può aver accesso alla pensione anticipata in relazione alla depressione, per coloro che sono affetti dalla patologia. Occorre anzitutto il riconoscimento dell’invalidità civile. Ma quali sono gli aspetti da approfondire. Particolari a seguire.
Un tema importante e dalla grande rilevanza, quello inerente l’uscita anticipata dal lavoro per coloro che soffrono di depressione. Dunque, si tratta della possibilità di accesso al trattamento pensionistico. Come i più attenti sapranno, vi son alcune forme di depressone le quali possono dare. Alte percentuali in merito all’invalidità.
A parlarne nell’approfondimento è InvaliditaeDiritti, il quale spiega che ad esempio vi è la endogena grave, che arriva all’ottanta per cento. Oppure altre più lievi, con il relativo grado di invalidità che generalmente si tiene sotto il cinquanta per cento. In altri casi poi può esservi anche la concomitanza con altre patologie.
Ai fini della richiesta dell’accesso anticipato alla pensione con tale patologia, occorre anzitutto il riconoscimento circa l’invalidità civile.
Quanto verrà stabilito da parte delle commissioni medico legali in merito alla percentuale. Di riduzione della capacità lavorativa. Si legge che sarà la base in ottica eventuale uscita anticipata dall’attività di lavoro.
Tanti i temi che risultano essere importanti e rilevanti, come nel caso ad esempio della invalidità, ed esenzione ticket sanitario: chi e come può farne richiesta
Dunque, il primo aspetto legato all’argomento in oggetto riguarda la richiesta da fare prima inerente l’invalidità civile. Come viene spiegato, si tratta di un passo non evitabile, così come obbligato, al fine del diritto ad una pensione anticipata.
Varie sono le gradazione circa la depressione, dunque l’eventuale soggetto interessato alla richiesta del riconoscimento, deve avere consapevolezza. Circa il fatto che la malattia comporti una effettiva ed importante riduzione. Per quanto concerne la capacità lavorativa. Oppure che non permette lo svolgimenti di diverse azioni nella vita di tutti i giorni.
Quindi bisogna presentare la domanda riguardo l’invalidità. Circa i passaggi da rispettare, questi sono anzitutto il recarsi dal medico di base e far richiesta del certificato medico introduttivo. In tale documento il professionista dovrà attestare la sussistenza di una malattia invalidate. Il documento verrà poi mandato dal medesimo medico, in modo telematico, a INPS. Il paziente riceverà il codice univoco determinante in relazione alla richiesta della domanda.
Occorrerà poi che la domanda venga inoltrata dall’assistito, entro un lasso di tempo di novanta giorni. Dal rilascio del documento in questione. Tale operazione si può fare in autonomia oppure mediante patronato. InvaliditaeDiritti spiega che si tratta in sostanza della richiesta per la visita dinanzi la Commissione medico legale, la quale dovrà occuparsi di accertare che vi sia l’eventuale invalidità. E poi assegnare. Nel caso. La percentuale circa l’invalidità.
La visit della commissione medica, si legge, quasi sempre è documentale. Dunque occorre che il soggetto si presenti tutti i documenti adeguati e recenti.
La commissione si occuperà di valutare la forma della depressione. Così come la gravità della malattia e quanto incida sulla capacità lavorativa. Così come sulle azioni della vita di tutti i giorno.
In seguito alla visita, viene redatto un verbale da parte della commissione medicata, soltanto qualora fosse adattata però la decisione all’unanimità. Viceversa, tutta la documentazione dell’eventuale soggetto va al Centro Medico Legale, la quale potrebbe prendere una decisione basandosi sui certificati. Oppure procedere a convocare il soggetto.
Per quanto riguarda il verbale, questo andrà comunicato al soggetto nel lasso di tempo di centoventi giorni dalla stesura. Possono esservi tre condizioni: nel primo caso, la domanda rigettata. E dunque la richiesta presentata non viene considerata valida.
Poi può esservi l’accoglimento della domanda, ma col riconoscimento di una percentuale più bassa rispetto all’aspettativa. E infine il terzo caso, con accoglimento domanda con percentuale considerata adeguata da parte dell’assistito in relazione alle proprie condizioni.
Nelle prime due casistiche il soggetto, qualora pensasse di aver subito un torto, ha la possibilità di fare ricorso. E può sperare di poter avere un riconoscimento diverso da parte dei giudici del tribunale. Col decreto di omologa.
Come viene indicato da InvaliditaeDiritti, vi sono delle prestazioni le quali sono riconosciuta rispetto alle percentuale di invalidità. Le quali vengono attribuendo dalla commissione medica.
E nel dettaglio. Dal trentaquattro per cento: si ha il diritto alla fornitura gratis di protesi ed ausili. I quali son coerenti rispetto alle patologie esposte. Nel verbale, campo diagnosi.
Dal quarantasei per cento: si ha accesso alla iscrizione alla sta circa il collocamento obbligatorio. Da cui attingono i datori di lavoro, pubblici e privati. In merito all’obbligo per quanto riguarda l’assunzione degli invalidi.
Dal cinquantuno per cento: i lavoratori dipendenti. Tanto quelli privati quanto pubblici. Possono far richiesta annualmente di un concetto straordinario retribuito. Per le cure. Per 30giorni. Anche non consecutivi. Su richiesta del medico e autorizzazione da parte dell’Azienda Sanitaria Locale.
Dal sessantasette per cento: vi è l’esenzione per quanto concerne il pagamento del ticket sanitario. Legato a prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale. E di diagnostica strumentale e di laboratori. Ed agevolazioni inerenti la tessera TPL. E ancora una priorità in merito alle graduatorie per quanto concerne le case popolare. E poi, ancora, la riduzione del canone del telefono. E l’esenzione della reperibilità in relazione alle visite fiscali.
A partire dal settantaquattro per cento: si ha il diritto all’assegno da INPS pari a 291,69€ al mese nel caso di redditi personali minore di 5.0120,20€ (2022) per i disoccupati. Questo diventa assegno sociale ai sessantasette anni di età.
Dal settantacinque per cento: per lavoratori dipendenti. Sia del pubblico che del privato. Vi è una maggiorazione dell’anzianità pari a 2mesi per ciascun anno. Sino al massimo a sessanta mesi. Nel corso del quale si è nella condizione di invalido civile. Al settantacinque per cento.
Al cento per cento vi è il diritto a ricevere la pensione di inabilità da parte di INPS pari ad €291,69 laddove vi sia reddito personale minor dei 17.050,42€ (anno corrente2022). Poi a sessantasette anni di età diviene assegno sociale.
Al cento per cento, col riconoscimento circa la non possibilità inerente la deambulazione senza che vi sia un aiuto permanente da parte di un soggetto accompagnatore. Oppure circa il fatto di compiere in autonomia azioni della vita di tutti giorni. Vi è il diritto all’indennità di accompagnamento. L’assegno per il 2022 è pari a i 525,17€.
A proposito di indennità di accompagnamento: qui alcuni dettagli circa le patologie, aspetti ed elementi da sapere.
In merito all’accesso al pensionamento con depressione, viene spiegato che i dipendenti privati e coloro che abbiano versato quantomeno 5anni di contributi, tra cui tre nell’ultimo quinquennio. Vi è la possibilità di aver accesso all’assegno ordinario di invalidità. Si tratta di una misura previdenziale. E non di tipo assistenziale. Dunque si lega, anche circa la valutazione importi, agli anni di contributi versati.
Per quanto concerne poi le pensioni di inabilità lavorativa, quest’ultima prevede una percentuale di invalidità al cento per cento. Dunque, si legge da InvaliditaeDiritti.it, che dovrebbe associarsi alla depressione un’altra malattia invalidante. E si tratta anche in questo caso di una misura di tipo previdenziale. E dunque si lega al versamento contributi.
Circa quella di inabilità civile (cento per cento) il riconoscimento di quest’ultima riguarda soggetti invalidi che hanno un’età tra i diciotto ed i sessantacinque anni. Senza altre fonti reddituali. Ed è assistenziale.
La pensione anticipata di vecchiaia è possibile chiederla anche con l’ottanta per cento di invalidità. Riconosciuta. Ed un’età che, circa le donne è di cinquantasei anni. Circa gli uomini invece, sessantuno. Servono quantomeno vent’anni di contributi.
In conclusione in merito all’indennità di accompagnamento, si tratta di un contributo maggiore di 500€ al mese per dodici mensilità. Il riconoscimento avviene al di là del reddito e riguarda coloro che non hanno possibilità di deambulare senza l’ausilio di un accompagnatore. E coloro che non riescono a svolgere in autonomia azioni della vita di tutti i giorni.
Questi, alcuni dettagli al riguardo. Ad ogni modo è opportuno e bene informarsi sui vari elementi ed approfondire. Così da sapere di più e chiarire eventuali dubbi. Mediante confronti con soggetti competenti in materia, esperti del campo e professionisti del settore.
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