Ci sono buone notizie per chi è riuscito ad andare in pensione anticipatamente. Sono stati rivisti tutti i parametri e c’è da festeggiare.
Il lavoratore che ha chiesto la pensione anticipata ora può chiedere il ricalcolo dell’assegno INPS una volta raggiunto il limite di età (67 anni). Sono previsti aumenti inaspettati.

Il calcolo della pensione è da sempre un processo complicato anche perché nel corso degli anni i Governi hanno messo mano sulla questione e si sono susseguite riforme che hanno reso ancora più difficile non solo arrivare in pensione, con l’età che continua ad alzarsi, ma anche come arrivarci. Questo perché il calcolo dipende da vari fattori: il sistema previdenziale in vigore, gli anni di contributi versati, il reddito durante la carriera lavorativa e l’età di pensionamento.
E non solo, perché una stima precisa dipende anche dalle normative che cambiano continuamente, tutto dipende dal sistema adottato: retributivo, contributivo o misto. Nel sistema retributivo se negli ultimi anni che precedono la pensione, invece di un aumento, il lavoratore ha subito una riduzione dello stipendio o ha perso il lavoro, percependo un assegno di disoccupazione, la pensione potrebbe risultare ridotta. Con il sistema retributivo, infatti, si tiene conto degli stipendi percepiti dal lavoratore compresi negli ultimi 5 o 10 anni.
Diversamente, nei casi in cui l’assegno viene calcolato sulla base del montante contributivo maturato ciò non avviene.
Pensione anticipata e aumento dell’assegno mensile: ci sono buone notizie
Ci sono reali possibilità di ricalcolare la pensione in meglio grazie allo strumento della “neutralizzazione dei contributi”, un meccanismo grazie al quale si escludono dal calcolo pensionistico quei periodi di contribuzione che, a causa di retribuzioni più basse, determinano un assegno inferiore. Tutto questo grazie ad una sentenza della Corte Costituzionale la quale ha stabilito che “quando il diritto alla pensione sia già sorto in conseguenza dei contributi in precedenza versati, la contribuzione successiva non può compromettere la misura della prestazione potenzialmente maturata, soprattutto quando sia più esigua per fattori indipendenti dalle scelte del lavoratore”.

Dunque l’interessato ha diritto al ricalcolo del proprio trattamento pensionistico, senza la valutazione della contribuzione per disoccupazione che si collochi nell’ultimo quinquennio precedente la decorrenza della pensione.
Anche la Cassazione ha detto la sua in materia, con la sentenza n. 30803, depositata il 2 dicembre 2024, con cui la Corte indica un’opportunità che può migliorare sensibilmente l’importo dell’assegno pensionistico nel caso di pensionamenti anticipati. Se, in passato, la neutralizzazione contributi svantaggiosi poteva essere richiesta solo contestualmente alla domanda di pensione, ora, grazie alla nuova interpretazione della Cassazione, anche coloro che sono già pensionati possono presentare richiesta di ricalcolo una volta raggiunta l’età per la pensione di vecchiaia: “la pensione di anzianità è equiparata a tutti gli effetti alla pensione di vecchiaia quando il titolare di essa compie l’età stabilita per il pensionamento di vecchiaia, al compimento dell’età pensionabile prevista per la pensione di vecchiaia diviene applicabile tutta la disciplina dettata per tale pensione, ivi compresa quella relativa ai requisiti contributivi”.