Converrà davvero andare in pensione anticipata nel 2025? A quanto pare sì, ma dovete controllare la vostra data di nascita
Sta per arrivare il momento ufficiale della prima stesura della bozza della Legge di bilancio per il 2025 da inoltrare a Bruxelles e tra le varie proposte sul tavolo dei tecnici spunta fuori anche il problema relativo al sistema pensionistico. Sempre più cittadini hanno sperato in un cambiamento sostanziale per il 2025, in particolare in tanti si sono appellati a un ritorno della legge Fornero, per sostituire la Quota 103 ma a quanto pare questo non avverrà.
Nella sfortuna però la fortuna di poter almeno sperare in una riconferma delle agevolazioni di quest’anno relative ad esempio all’Ape sociale, l’Opzione donna e nell’anticipazione della data d’entrata in pensione con una scontistica relativa all’età. In merito a questo punto però ci sono ancora molti nodi da sciogliere. Non è chiaro se andare in pensione in anticipo possa essere una mossa conveniente o meno, in quanto come ben sappiamo per ricevere la pensione qualche anno prima, bisognerà pagar pegno con una diminuzione del contributo economico.
Molti cittadini quindi sostengono di preferire aspettare qualche anno in più pur di avere la pensione piena senza sconti. In realtà, per quanto si può raccontare sulla riforma pensionistica del 2025, a far la differenza sarà la data di nascita. In base all’anno in cui si è nati l’uscita anticipata può essere conveniente o meno. Vediamo quindi nello specifico come fare il calcolo.
La pensione anticipata contributiva è diventata ormai una misura strutturale del sistema. Si riferisce ai cosiddetti contributivi puri, ovvero tratta di soggetti che hanno il primo versamento di contributi non antecedente il 1996. I cosiddetti ‘nuovi iscritti’ hanno uno scivolo che consente loro di andare in pensione a partire dai 64 anni di età (62 nei casi di lavori usuranti) E nel 2025 questa età la raggiungeranno i lavoratori che sono nati nel 1961. Ma come entrare in pensione anticipata?
Occorre che gli interessati abbiano almeno 20 anni di contributi. Per le donne, poi, ci sono alcune scontistiche aggiuntive. Per le mamme, infatti, ogni figlio avuto può valere fino a 4 mesi di sconto sull’età pensionabile della pensione anticipata contributiva. Che da 64 scenderebbe quindi, in presenza di 3 o più figli avuti (lo sconto massimo può arrivare a 12 mesi), a 63 anni. Prendendo in considerazione questi dati, sarebbe un’occasione da prendere al volo.
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