Il presidente dell’INPS, Pasquale Tridico, ripropone la pensione a 64 anni contributiva con 20 anni di contributi e poi, all’età pensionabile il retributivo.
Pasquale Tridico, il presidente dell’INPS, ritorna alla ribalta, e precisa che la Quota 102 è troppo limitata per l’accesso alla pensione, afferma che “usciranno poche migliaia di persone”. Anche Quota 100 ha deluso le stime iniziali. Tridico afferma che bisogna inserire nel sistema previdenziale una misura di pensionamento a 64 anni con il calcolo del sistema contributivo per tutti. Poi, al raggiungimento dei 67 anni (età pensionabile) si otterrebbe la parte retributiva.
Spiega Tridico che questa è una soluzione accettabile sia per Governo che per Sindacati. Inoltre, propone di inserire il riscatto gratuito della laurea, che potrebbe portare i giovani a studiare e laurearsi, così da contribuire a sostenere alle pensioni future.
Pensione: proposta Lega e INPS con anticipo a 63 anni
La pensione che vogliamo | Pensione a 64 anni la proposta INPS e il riscatto laurea gratis
La pensione a 64 anni di età è una misura già esistente nel nostro sistema previdenziale. Si tratta della pensione anticipata contributiva che permette l’uscita con un minimo di 20 anni di contributi. Inoltre, la’assegno è pari a 2,8 volte l’assegno sociale. La domanda può volta poste agli Esperti di Trading.it è quanto si perde con questa misura?
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Questa misura pensionistica poco conosciuta, non è per tutti, infatti, possono accedere coloro che posseggono una contribuzione accreditata prima del 1996 solo attraverso il computo nella Gestione Separata INPS.
La pensione anticipata contributiva prevede il computo (DM 282/1996 articolo 3) che permette di confluire in modo gratuito, tutti i contributi accreditati nella cassa di Gestione Separata INPS. Solo attraverso questo meccanismo, coloro che hanno una contribuzione al 31 dicembre 1995, possono ottenere la pensione con i cosiddetti “contributi puri“.
Le pensione agevolate contributive
La pensione anticipata contributiva è possibile per i lavoratori privi di contribuzione anteriore al 1996 o iscritti presso la Gestione Separata. Nello specifico si può accedere alle seguenti pensioni agevolate:
a) pensione anticipata contributiva con 64 anni di età e 20 anni di contributiva. Ricordiamo che con il calcolo contributivo sono considerati tutti i contributi a qualsiasi titolo versati, tranne la contribuzione figurativa. Inoltre, l’assegno pensionistico deve essere 2,8 volte l’assegno sociale, per il 20221 è pari a 1.288,78 euro.
b) pensione di vecchiaia contributiva con 71 anni di età e un minimo di cinque anni di contributi.
c) pensione anticipata contributiva con il computo nella Gestione Separata INPS ed è necessario almeno 15 anni di contributi di cui almeno cinque accreditati dal 1996 in poi. Poi, almeno un contributo ma meno di 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995. Infine, almeno un mese di contributi versati nella Gestione Separata.
Quanto si perde?
In realtà accedere alla pensione contributiva a 64 anni non comporta penalizzazioni per coloro che non possiedono contributi accreditati prima del primo gennaio 1996, in quanto già assoggettato alla pensione contributiva. Da considerare che accedendo alla pensione tre anni prima, la cosiddetta “penalizzazione” si può ipotizzare sull’accesso alla pensione prima, quindi, il lavoratore versa meno contributivi e il coefficiente di trasformazione più basso. Questi sono i fattori che possono influire sull’import dell’assegno. In realtà è difficile stabilire quanto si perde con il sistema contributivo in quanto sono tanti i fattori da considerare che vanno dalla carriera lavorativa (continua o discontinua) al valore del montante contributivo. In alcuni casi i lavoratori possono anche ricevere un vantaggio accedendo a questo sistema.
La proposta di Tridico
La proposta di Tridico con un sistema modulato, permetterebbe a tutti i lavoratori che decidono di accedere alla pensione anticipata contributiva a 64 anni, di ricevere l’assegno con il sistema contributivo e poi rimodulato al raggiungimento dell’età pensionabile con la parte retributiva spettante. Inoltre, il requisito contributivo di 20 anni, aprirebbe le porte a molti lavoratori che hanno perso il lavoro o che hanno iniziato a lavorare in ritardo. Ad esempio, immaginiamo un lavoratore che ha perso il lavoro all’età di 62/63 anni, e ha maturato solo 20/25 anni di contributi. La pensione contributiva a 64 anni è una possibilità reale che permette di percepire un assegno mensile e vivere una vita dignitosa, perché a 62/63 anni è difficile trovare lavoro per poi accedere alla pensione di vecchiaia a 67 anni.