Uscire dal lavoro per accedere alla pensione con 64 anni e 20 di contributi, nel 2022 è possibile con una misura poco conosciuta.
La pensione a 64 anni senza attendere l’età pensionabile a 67 anni è un obiettivo di molti lavoratori, ma il punto cruciale sono i contributi maturati nel tempo.
Dopo Quota 100 nel 2022 è possibile uscire dal lavoro con Quota 102 che prevede i seguenti requisiti: 64 anni di età e 38 anni di contributi. Una misura che può essere positiva per l’età, ma 38 anni di contributi sono ancora molti per tanti lavoratori. Infatti, la stima prevede che saranno in pochi ad aderire a questa misura. Come può fare chi ha raggiunto 64 anni di età e ha 20 anni contributi e non c’è la fa ad attendere i 67 anni per la pensione di vecchiaia? Esistono altre forme pensionistiche in vigore anche nel 2022, ma con requisiti temporali restrittivi. Analizziamo di cosa si tratta in base ad una domanda rivola agli Esperti di Trading.it da un nostro Lettore.
Anticipare la pensione nel 2022 senza attendere finestre, limiti e penalizzazione
La domanda: “Buongiorno, ho 20 anni di contributi e ad aprile compio i 64 anni, posso chiedere d’andare in pensione prima dei 67 anni?”
Pensione con legge 104 nel 2022: tutte le possibilità con uscita da 56 a 63 anni
Nel 2022 è sempre possibile accedere alla pensione anticipata contributiva che si ottiene con 64 anni di età e almeno 20 anni di contributi e un importo pari a 2,8 volte l’assegno sociale. Questa misura è calcolata interamente con il sistema contributivo e possono accedere a coloro che hanno una contribuzione accreditata prima del 1996 solo a chi è iscritto alla Gestione Separata. La cosiddetta pensione con computo. Oppure, possono accedere coloro che hanno versato il primo contributo dal primo gennaio 1996.
Non tutti possono accedere alla pensione con computo anche essendo iscritti alla Gestione Separata INPS, infatti, bisogna possedere i seguenti requisiti:
a) quindici anni di contributi complessivi, di cui almeno cinque versati dal 1996 in poi;
b) almeno un contributo ma meno di diciotto anni di contributi al 31 dicembre 1995;
c) almeno un versamento nella Gestione Separata INPS.
Sono esclusi i versamenti presso le casse professionali.
Le pensione contributive si dividono in due misure e sono dedicate ai lavoratori privi di contribuzione primo del 1996 o iscritti alla Gestione Separata INPS. Nello specifico sono:
1) pensione anticipata contributiva a 64 anni e 20 di contributi (versamenti effettivi, esclusa la contribuzione figurativa) con un assegno pensionistico minimo pari a 2,8 volte l’assegno sociale);
2) pensione vecchiaia contributiva con un minimo di 71 anni di età e almeno 5 anni di contributi.
In effetti chi si avvale del pensionamento con 64 anni di età e 20 anni di contributi, per coloro che hanno iniziato a versare i contributi dal primo gennaio 1996, in quanto già rientrano nel calcolo contributivo. Tuttavia andare in pensione a 64 anni, significa versare meno contributi che incidono sul montante contributivo. Inoltre, sarà applicato un coefficiente di trasformazione più basso, rispetto a chi esce dal lavoro a 67 anni. In altre parole, l’importo della pensione liquidato è meno elevato rispetto a chi rispetta l’età pensionabile.
Con il computo nella Gestione Separata, generalmente la perdita è maggiore, oltre al coefficiente di trasformazione più basso e al meno contribuzione versata, si aggiunge la differenza del calcolo della quota ante 1996, la differenza scaturisce dal sistema di calcolo contributivo anziché retributivo. La perdita varia a secondo dei casi, ma generalmente si aggira intorno al 20 – 25% in riferimento all’ultimo assegno percepito.
Pertanto possono accedere a questa misura solo se si rientra nei requisiti sopra evidenziati. Per una simulazione dell’assegno pensionistico è possibile rivolgersi ad un Patronato. Oppure, utilizzare il simulatore INPS “PensAmi”, facile da usare che permette di avere un’idea di tutte le possibilità di pensionamento in base alla propria situazione contributiva.
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