Il Governo presenta le prime ipotesi di pensione anticipata considerando una misura a 63 anni e una Quota 100 con requisiti diversi.
La scadenza della Quota 100 è al 31 dicembre 2021 e le ipotesi in atto sono tante, alcune appoggiate dalle forze politiche che cercano la soluzione per ridurre lo scalone che si innescherà tra dicembre 2021 e gennaio 2022.
Il meccanismo di Quota 100 è stato molte criticato in Europa per l’eccessiva esposizione della spesa statale. Vista anche come una misura non equa, perché agevola solo un limitato numero di lavoratori, come anche dimostrato anche dalle stime presentate dall’INPS. Infatti, coloro che hanno aderito alla pensione anticipata Quota 100 sono soprattutto dipendenti del settore statale, senza buchi contributivi e con carriere omogenee. Con la scadenza a breve, ormai è imminente una soluzione che soddisfi anche in parte le richieste dei cittadini e che trovi copertura per le casse dello Stato.
La data del 27 settembre è una scadenza significativa che metterà sicuramente dei punti fermi sulle varie riforme in tatto. In effetti, a fine mese, il Governo dovrà presentare il documento di programmazione economica sulle misure che saranno inserite nella legge di Bilancio. Quindi, tra poco si conosceranno le risorse finanziare disponibili per garantire maggiore flessibilità in uscita. In attesa anche le misure già in atto, che dovrebbero essere ampliate per determinate categorie di lavoratori: donne, precoci, disabili, lavoratori che assistono un familiare con handicap grave (caregiver). Inoltre, si attende anche l’ampliamento della platea dei lavoratori che svolgono mansioni definite “gravose” e “usuranti”.
Pensione anticipata: la proposta della Corte dei conti
La Corte dei conti nel rapporto annuale del 28 maggio, sul coordinamento della finanza pubblica, ha evidenziato come è indispensabile un ridimensionamento del sistema previdenziale italiano. Inoltre, precisa che bisogna intervenire con urgenza, con modifiche al sistema previdenziale graduali e uniformi per i lavoratori, con integrazione del sistema contributivo puro. La Corte è favorevole ad una pensione a 64 anni di età (per coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il primo gennaio 1996). Con questa misura il requisito contributivo minimo richiesto è di 20 anni. Inoltre, l’assegno deve essere pari a 2,8 volte il valore dell’assegno sociale (attualmente è di 460 euro mensile).
Questa misura apporta innumerevoli vantaggi alla spesa pubblica ma è molto penalizzante per i lavoratori, specialmente per coloro che hanno avuto una carriera lavorativa discontinua. Inoltre, la Corte dei conti, considera positiva la proroga e il potenziamento dell’APE Sociale per tutelare le fasce più deboli.
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Proposte e novità del Governo Draghi
Le novità in tema di pensione sono arrivate direttamente dal Governo Draghi, che comunica l’apertura nei prossimi giorni del tavolo tecnico degli esperti. Ricordiamo che tra gli esperti ci sarà anche la professoressa Elsa Fornero, il suo ingresso nel gruppo tecnico ha fatto molto discutere.
In effetti, la squadra tecnica è già allo studio per individuare nuove categorie di lavoratori che svolgono mansioni considerate faticose e pesanti. Il tema principale sulla riforma pensioni, riguarda la possibilità di accedere alla pensione anticipata a 63 anni con APE Sociale, ma i beneficiari sono solo le categorie soggette a tutela e particolarmente svantaggiate.
Inoltre, si studia la proroga nel 2022, oppure, un provvedimento più decisivo che prevede il passaggio ad una misura istituzionale. Si discute anche sul mantenimento della Quota 100 con 62 anni di età, ma secondo gli esperti, può essere mantenuta solo con un requisito contributivo aumentato a 40-41 ani per tutti. Una specie di Quota 41 senza vincoli ma con un limite di età anagrafico.