News da non perdere se l’interesse del momento è la gestione previdenziale: la pensione 3 anni prima può essere la svolta per i cittadini più in difficoltà.
Cosa rende un cittadino sereno? Non solo avere le risorse per affrontare il mondo del lavoro, ma possedere anche quelle di cui si è certi che si possa sopravvivere senza ansie al termine della carriera. Questa considerazione è lontana dall’immaginario comune, e pare essere legata a una verità più amara del previsto. È difficile andare in pensione e percepire un trattamento consono per garantirne un’uscita tranquilla. La news della pensione “3 anni prima”, va analizzata a fondo.
La situazione a cui si è fatto accenno è una possibilità concreta per alcuni cittadini, quindi non è per tutti. Questa notizia potrebbe non piacere, ma la ragione sta nei requisiti e nelle risorse che mancano allo stesso Stato per garantire il massimo trattamento a tutti. Si tratta di chi è nato in una data precisa, questi può ottenere la pensione anticipata contributiva, la quale permette di anticipare di 3 anni. Quindi, non si andrebbe in pensione ai 67 anni, ma ai 64.
Chi può? Chi è nato nel 1961, ma anche qui, non tutti indistintamente. Vale solo per coloro i quali rispettano alcuni requisiti. Da cosa dipende? Come sempre, non si tratta di piccoli aspetti, ma di dettagli che all fine fanno la differenza. La pensione è una cosa importante, anche perché per far fronte al livello dei prezzi in continuo aumento a causa dell’inflazione bisogna trovare un modo per sopravvivere se non si è più nelle condizioni di lavorare.
In primis bisogna guardare allo stipendio, sempre tenendo conto che si può comunque andare in pensione con una quota contributiva molto bassa, quella dei 20 anni di versamenti. Ma c’è di più. Perché si analizza sia il caso dei lavoratori con 64 anni d’età con anche i contributi sopra definiti. Cos’altro devono soddisfare per ottenere il vantaggio?
Chi è nato nel ’58 e ha 20 anni di contributi gode della pensione di vecchiaia, chi invece è nato nel ’61 può avere dalla sua la pensione anticipata contributiva con gli stessi versamenti, ma a 64 anni. Com’è possibile? Non servono 30, 35, 41 o peggio 43 anni di contributi come avviene nella maggior parte dei casi.
Nello specifico, si tratta di futuri pensionati che non prenderanno meno di 1400 euro al mese, quindi di un trattamento adeguato. Si tratta di lavoratrici con più figli. Ma c’è anche la possibilità di ricevere una pensione di 1510 euro per chi ha avuto un figlio, o 1616 euro per chi non ne ha avuti. La misura è destinata a chi non ha maturato contributi prima del 1996. Inoltre, ci deve essere un importo minimo per essere ottenuta.
Questo dettaglio è legato all’assegno sociale, perché la pensione è contributiva e si determina dai contributi pagati. Più sono questi, maggiore è la somma da percepire. Parrebbe essere complesso nel 2025 ottenere la pensione anticipata di 3 anni, ma ciò non dipende dal governo o dalla tanto attesa legge di bilancio. Ancora una volta è l‘inflazione con il suo tasso all’0,8% a determinare l’esito di ciò.
Il dato è in aggiornamento, quindi provvisorio secondo l’ISTAT. Anche se appare confermato per le crescite dei trattamenti di gennaio. Visto che la pensione anticipata contributiva si ottiene solo con la condizione che la somma sia uguale a 2,6 o 2,8 o ancora 3 volte l’assegno sociale per il numero dei figli avuti per le donne, significa che sale l’assegno sociale aumenta la pensione minima.
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