Andare in pensione con soli vent’anni di contributi sarebbe possibile? Le condizioni, i requisiti e i dettagli da approfondire al riguardo
Il tema della pensione è comprensibilmente sentito ed è fonte di interesse un po’ per tutti, e non mancano i diversi punti e gli ambiti che sono oggetto di interrogativi: sarebbe possibile andare in pensione con 20 anni di contributi? Cosa c’è da sapere, requisiti, condizioni e gli aspetti al riguardo.
Tutti i lavoratori cullano il sogno di poter godere della propria pensione, con il sistema nel nostro Paese che consente diverse soluzioni a chi si pone come obiettivo proprio quello in questione, e come spiega Proiezionediborsa.it, tra questi vi sarebbe anche l’assegno previdenziale con vent’anni di contributi, purché vi siano però determinate condizioni e specifici requisiti da rispettare.
Le opzioni più note riguardano la pensione di vecchiaia e di anzianità; quest’ultima consente al lavoratore l’accesso al pensionamento qualora vi siano almeno 42 anni e 10 mesi di contribuiti, mentre alle lavoratrici, si legge, saranno necessari 41 anni e 10 mesi di contribuiti.
Tuttavia, ci si chiede, coloro che hanno solo 20 anni di contributi possono farlo quest’anno? Ecco le condizioni di seguito da tener presente.
Pensione con 20 anni di contributi: le condizioni, i requisiti e gli aspetti da sapere e rispettare
Quando si parla di pensioni sono tanti gli aspetti che, come detto, destano attenzione, si pensi ad esempio alla possibilità di andarci con soli 5 anni di contributi e quando ciò sarebbe possibile, o ancora, nel caso ad esempio del ricalcolo e degli aumenti per quanto riguarda quest’anno.
Rispetto al tema in oggetto, come spiega Proiezionidiborsa.it, chi ha almeno sessantasette anni di età e 20 di contributi potrebbe andare in pensione già quest’anno, ma accanto alle condizioni di età anagrafica e dei contributi ve ne è una terza per coloro che non hanno versamenti contributivi prima del 1996, si legge. Per l’accesso al pensionamento, questi necessiteranno di un assegno previdenziale finale maggiore di una volta e mezzo quello sociale.
L’opzione oggetto dell’approfondimento riguarda anche i lavori dipendenti del settore privato che hanno una invalidità pensionabile almeno all’80%; in tale caso viene richiesto per le donne un’età minima di cinquantasei anni e e per i lavoratori un’età minima di sessantuno anni.
Inoltre, gli eventuali aspiranti dovranno avere anche un altro requisito, nel dettaglio avere contribuzioni precedenti al 1996.
Proiezionidiborsa.it spiega che i fortunati che durante l’anno potrebbero avere altre agevolazioni sono anche coloro che hanno raggiunto i 64 anni di età; coloro che sono nella schiera potrebbero avere l’accesso alla pensione anticipata con 20 di contributi effettivi, purché vi sia un assegno previdenziale finale almeno 2,8 volte maggiore all’assegno minimo sociale.
E, inoltre, costoro devono avere tutti i contributi versati successivamente al primo gennaio 1996. Va da sé che una volta avuto accesso al pensionamento, bisognerebbe fare i conti con l’assegno , che talvolta può essere diverso rispetto all’ultimo stipendio.
Potrebbe capitare che alcuni lavoratori si focalizzino sull’uscita dal lavoro a discapito di questo aspetto circa il tenore di vita prima della pensione, che potrebbe essere trascurato. Un aspetto che dovrebbe essere affrontato e considerato per tempo, ben prima dell’accesso alla pensione.
Proiezionidiborsa.it spiega che tra gli obiettivi che si potrebbe porre, potrebbe esserci quello della pensione integrativa. Qui, un approfondimento sulla differenza tra previdenza complementare – integrativa e quella obbligatoria.
Ad ogni modo e al di là di tutto, è fondamentale ed opportuno che ciascuno approfondisca il tema mediante un confronto con esperti del campo e professionisti del settore, tanto in generale quanto nel particolare della propria situazione, così da informarsi al meglio su requisiti, condizioni e tutti gli aspetti importanti che bisogna conoscere inerente tale argomento.