Garanzie inaspettate per cittadini che aspettano nel 2025 la pensione anche con i contributi discontinui. Cosa significa? È una realtà abbastanza diffusa.
Capire quali sono i casi che comportano una pensione anche con i contributi discontinui è il primo passo nel mondo previdenziale per il 2025. L’anno in arrivo si presta ad essere molto particolare, specie per tutti i cittadini che devono fare i conti con un sistema un po’ in “stallo”. Significa cercare di sbloccare la situazione più favorevole per i singoli, abbracciando soluzioni concrete e pratiche.
Il mondo pensionistico italiano è un po’ in crisi, proprio come tutto il sistema economico, sociale e lavorativo. Mai come in questo momento le difficoltà sono state così forti. Complici le conseguenze post-pandemia Covid-19, le guerre internazionali, e tutte le problematiche ambientali che indirettamente, causano criticità nella gestione di risorse e tanto altro.
Così, il livello dei prezzi è in continuo aumento, l’inflazione è una sfida persa in partenza. A questo si lega la stagnazione, nessuna crescita finanziaria e di benessere, e lo stesso blocco pensioni.
Andare in pensione nel 2025 potrebbe essere più facile, e questo è sconvolgente dato che attualmente l’istituto sembra essere un miraggio. Nonostante tutto ciò, non può mancare un pizzico di coraggio e di fiducia nei confronti delle manovre statali. Infatti, il calcolo che tiene anche in considerazione i contributi discontinui, è una svolta epocale per molti.
Anche con i contributi discontinui, la pensione 2025 è garantita!
Cosa sono i contributi discontinui? Si tratta di tutti quegli elementi che sono legati a contratti saltuari, anche a stagione, facendo riferimento ad un determinato anno. Vuol dire tenere conto dei momenti in cui il lavoro non stabilizzato ha causato una condizione di potere minore rispetto la propria posizione. Cioè si è lavoratori, ma il valore dei contributi valevoli del calcolo pensionistico non sono gli stessi, proprio in virtù di questa condizione. In poche parole, vengono tenuti in considerazione, ma come? È vantaggioso?
Quindi, assodato che anche per lavori discontinui, il calcolo dei contributi è garantito ai fini pensionistici, bisogna capire con quali regole. Queste valgono specificatamente per chi lavora occasionalmente e con contratti a chiamata, e altre forme simili. Diciamo che generalmente, il calcolo è dato dallo stesso meccanismo, ma c’è distinzione nelle gestioni previdenziali alle quali si versa. Ad esempio, lo stesso lavoratore agricolo potrebbe essere soggetto all’INPS come ad un fondo complementare com AGRIFONDO o ENPAIA.
In ogni caso, la legge agisce per tutelare questa categoria fragile di lavoratori, la quale è tale proprio in virtù della suddetta discontinuità. Non devono essere penalizzati più di quanto già non lo siano, per cui possono accedere a contributi figurativi se c’è disoccupazione involontaria, malattia, o lo stesso infortunio.
Il calcolo avviene in maniera proporzionale e su base giornaliera o settimanale, anche se non si tratta di periodi continui, perché i contributi vengono accreditati in relazione ai giorni effettivamente maturati. Un’analisi concreta, può far meglio comprendere. Chi è un lavoratore stagionale iscritto all’AGO ottiene una pensione di vecchiaia con l’INPS se raggiunge 20 anni di contributi con 260 settimane.
Questo perché la sua settimana lavorativa può essere meno di 5 giorni, proprio perché stagionale. Quindi, ogni 52 settimane di lavoro, viene riconosciuto un anno intero di contributi.
Chi rientra nell’ambito della Gestione separata, il calcolo pensionistico avviene sulle giornate di lavoro svolte. In totale, potrebbero servire circa 5260 giornate di contribuzione, in modo da completare un anno di contributi.