Pensioni, come andarci nel 2022: tutti i requisiti necessari

Il tema pensioni è assolutamente centrale negli ultimi mesi. Si pensa ad una soluzione per il futuro. Il Governo lavora per questo.

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Pensioni, requisiti, età biologica, età contributiva, questi i temi al centro del dibattito per quel che riguarda la nuova, necessaria riforma delle pensioni. Necessaria per una serie di ragioni di cui si è ampiamente discusso nelle ultime settimane. Quota 100 andrà in pensione perchè non sostenibile considerando ciò che andrà a proporre in futuro, incerta la situazione per Opzione donna che consentirebbe per l’appunto l’anticipazione della pensione a determinate condizioni. Le prossime settimane saranno decisive a riguardo.

Molti si chiedono, ad oggi, quali debbano essere i requisiti per andare in pensione proprio nel 2022. Scendendo nei dettagli, secondo quelli che sono i parametri stabiliti da precedenti valutazioni anche dei precedenti esecutivi per andare in pensione co assoluta certezza il prossimo anno bisognerà avere 64 anni di età e 38 di contributi previdenziali versati. Il seguente caso rientrerebbe tra i pensionamenti anticipati di Quota 102, l’opzione che di fatto sostituirà Quota 100. Inoltre va specificato che potrebbe bastare anche l’età anagrafica di 63 anni a patto che si rientri in speciali categorie, invalidi, caregiver, disoccupati o impegnati in mansioni fortemente gravose.

Pensioni, come andarci nel 2022: le varie opzioni disponibili per il prossimo anno

Come anticipato esiste la possibilità anche per le donne di andare in pensione anticipatamente. La legge lo prevede, il sistema che nel 2022 prenderà il sopravvento altrettanto. Saranno necessari  61 anni per le lavoratrici autonome, mentre per quelle dipendenti basteranno 60 anni. Il requisito, poi, legato all’età contributiva sarà unico per entrambi i casi, 35 anni di versamenti all’Inps, certificati. Il Governo discute quindi su ciò che arriverà dopo, cosa succederà anche dopo il 2022, questo non è ancora chiaro.

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Le opzioni sul tavolo del Governo sono molteplici, cosi come anticipato. Va detto però che ogni opzione porta con se un dubbio, spesso legato a quanto il sistema in questione possa gravare sulle casse dello Stato. L’unico sistema che appare del tutto innocuo sotto questo punto di vista è quello che prevedrebbe il pensionamento a 63 anni di età con almeno 20 anni di contributi versati. Un impronta totalmente contributiva, insomma, che però porterebbe ad un calo netto nella media delle pensioni. Un piccolo sacrificio che però sia Governo che parti sociali vedono di buon’occhio, un rischio possibile secondo alcuni. La riflessione, dunque sembrerebbe matura, non si sa fino a che punto. Per ora non si può che attendere.

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