La prossima riforma delle pensione potrebbe porre un importante limite al pensionamento anticipato, infatti, nel 2023 potrebbe essere impossibile andare in pensione prima dei 60 anni: scopriamo insieme di cosa si tratta.
Ad oggi, vi sono numerose opzioni che permettono un ingresso anticipato alla pensione con l’uscita dal mondo del lavoro prima del compimento dei 67 anni. Tra le più gettonate, in questo caso, troviamo: quota 102 e Opzione donna, misure che prevedono la ricezione del primo assegno previdenziale all’età di 58 anni a seguito del possesso di determinati requisiti contributivi.
La riforma del sistema pensionistico che avverrà nel 2023, tuttavia, potrebbe inesorabilmente cambiare questo scenario. E’ probabile che il 2022 sia l’ultimo anno nel quale poter accedere alle misure di pensionamento anticipato prima del compimento dei 60 anni. Questa è l’ipotesi al vaglio sui tavoli di lavoro del Governo: si pensa di eliminare tali misura poiché troppo costoso e perché costituiscono un privilegio solo per una ristretta cerchia di lavoratori.
Scopriamo quale potrebbe essere il futuro scenario e cosa si prospetta nel 2023 per i lavoratori italiani.
Nel 2023 la riforma delle pensioni si occuperà anche di rivedere l’uscita anticipata dal mondo del lavoro. Infatti, se la pensione di anzianità si può ottenere all’età di 67 anni ci sono alcune categorie come i militari e le forze armate in generale il cui servizio può cessare a 58 anni. Allo stesso modo, prima dei 60 anni possono uscire dal mondo del lavoro tutte le lavoratrici che si avvalgono di Opzione donna.
Questa misura di pensionamento anticipato, in particolare, agevola le donne che sono lavoratrici dipendenti che sono nate nel 1963 e le lavoratrici autonome nate nel 1962. In questo caso, si pensa di eliminare definitivamente tale misura poiché considerata troppo costosa per lo Stato.
Per quanto riguarda le pensioni militari, invece, l’alternativa sarebbe quella di fornire la possibilità di lasciare il servizio indipendentemente dall’età ma con almeno 41 anni di contributi versati.
Nel 2023, si vedrà quindi una completa rivoluzione di quanto previsto per il pensionamento anticipato, ma anche per svariate categorie di lavoratori in relazione all’età. Fonti Governative, al momento, hanno annunciato anche una possibile e completa abolizione delle misure che consento di accedere alla pensione in via anticipata.
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Al contrario, invece, per coloro che percepiscono già la pensione di anzianità nel 2023 sarà prevista una rivalutazione al 100% per coloro che ricevono il trattamento minimo che, potrà arrivare fino al 55% o 61% in alcuni casi, per coloro che percepiscono un trattamento fino a 4000 euro.
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