L’osservazione dei pensionamenti INPS 2021 e 2022 traccia un sentiero ben definito e non incoraggiante. L’introito medio mensile è in discesa, le donne fuggono dal mondo del lavoro, gli assegni si presentano esigui.
Il report è stato redatto e messo a disposizione dall’Osservatorio INPS. Un vero e proprio focus sullo scorrimento dei pensionamenti. L’analisi si riferisce alle retribuzioni con principio 2021 e al primo semestre del 2022.
Le fattispecie affrontate pensionamenti di vecchiaia e anticipati, di invalidità e dei superstiti del FPLD, della Gestione Dipendenti Pubblici e delle amministrazioni degli autonomi, inclusi i parasubordinati. Da considerare anche gli assegni sociali.
Chi si gode il pensionamento in Italia?
Per i primi sei mesi dell’anno in corso sono segnalate per ciascuna delle gestioni cifre di versamento pensionistico di vecchiaia al di sotto del 14% rispetto al medesimo semestre dello scorso anno. Unica eccezione gli assegni sociali (che segnano un +5%). Nel FPLD crescono i pensionamenti anticipati sebbene calino per tutte le rimanenti gestioni.
Curva al ribasso anche per i pensionamenti di invalidità. Ricordiamo anche come i pensionamenti dispensati con “Opzione Donna” durante i primi sei mesi del 2022 abbiano registrato un deciso calo in confronto allo stesso periodo del’anno precedente.
Andando nella panoramica dettagliata delle specifiche categorie, i pensionamenti avviati nel primo semestre di quest’anno si presentano così e con questi dati:
- 132.467 vecchiaia,
- 131.898 anticipate,
- 17.829 invalidità,
- 108.738 superstiti.
Pensionamenti: calano gli importi
Dall’Inps emergono dati preoccupanti: retribuzioni e liquidazioni pensionistiche in forte calo.
La somma complessiva de pensionamenti iniziati nel 2021 arriva a 877.724, per un mensilità media di 1.203 euro. Esaminando gli assegni medie i loro importi in relazione al genere, ecco lo scarto: per le donne 1.018 euro contro i 1.436 euro al mese dispensati agli uomini.
I pensionamenti avviati nel primo semestre 2022 sono stimati 390.932 per una mensilità media di 1.173 euro, con predominanza di quelli femminili, malgrado il loro assegno sia gran lunga al di sotto rispetto alla controparte maschile. Si parla di 959 euro al mese delle prime contro 1.427 euro dei secondi. Una discrepanza su cui occorrerà lavorare.