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Economia e Finanza

Il rincaro del Pellet: spesa quasi insostenibile, come ci riscalderemo il prossimo inverno?

I costi del Pellet hanno subito un rincaro non indifferente. Una problematica non da poco, esito della spinta prorompente dell’inflazione sulle alternative al gas.

La spesa va raddoppiando causa guerra scatenata dalla Russia in Ucraina.

Pixabay

Una crescita di prezzi che sta causando non poche problematiche al mercato del nostro Paese. Il pellet viene ottenuto dal legno è impiegato per donare calore alle abitazioni. Una vera e propria alternativa al metano. Il suo costo è aumentato del doppio per via del conflitto in Ucraina. Lo scorso anno per un sacco da 15 Kg avremmo pagato 5 euro oggi ne spenderemmo 10.

La ragione è la carenza del materiale sul mercato. L’invasione russa in terra ucraina ha provocato una serie di drammatici esiti nei Paesi occidentali in quanto ad approvvigionamenti e spese per il combustibile.

Una grana non da poco visto che è proprio in questo momento dell’anno che si dovrebbe partire con le ordinazioni per la stagione invernale.

Exploit del costo del pellet, problemi per tante persone

Il pellet l’espressione che si usa per definire i cilindri realizzati con gli scarti provenienti del trattamento del legno. Recisione ristretta in tale forma per mezzo di un iter di compressione. Fa parte dell’ambito delle biomasse come la legna e viene pertanto impiegato per riscaldare le abitazioni impiegandolo con il supporto delle stufe e anche per alimentare le caldaie.

Una fonte di energia green e sostenibile, consente infatti di servirsi degli scarti dell’iter produttivo del legno che viene utilizzato in altri comparti come l’edilizia e la realizzazione di mobili.

Non mancano però dibattiti sul suo ruolo in quanto a emissioni gas serra.

Contesto italiano e import/export del pellet

Nel nostro Paese di recente il numero delle persone che si affidano nel corso dell’inverno a questa nuova fonte di riscaldamento è aumentato. Il 15 % delle famiglie nostrano si avvale delle biomasse come fonte di alimentazione.

In Italia il commercio di pellet ruota perlopiù dai flussi dell’importazione, annualmente qui giungono 2,6 milioni di tonnellate a cui si sommano poi 500 mila tonnellate della marginale realizzazione interna.

Da dove proviene il pellet?

  1. Austria, Germania e Francia (quasi la metà);
  2. Area baltica;
  3. Balcani;
  4. Russia, Ucraine e Bielorussia (piccole quantità).

La stabilità dei prezzi è stata lesa dall’invasione russa dell’Ucraina. Per buona sorte nel nostro Paese giungeva solamente una piccola fetta dalla Russia, ed è per questo che non ha pagato a caro prezzo la sospensione delle esportazioni.

Danni collaterali per l’economia europea

Notevoli gli esiti (indesiderati) indiretti. Per via della sospensione dell’export di legname dalla Russia dovuta alle sanzioni, diverse società francesi, tedesche e inglesi hanno ritirato e trattato inferiori quantità di legname da cui viene in seguito ottenuto il pellet. Sono calate allora anche le esportazioni per l’appagamento della richiesta interna.

È cresciuta poi la concorrenza nel comparto industriale, specie nei paesi del Nord Europa dove le biomasse vengono spremute per l’iter produttivo di elettricità. Ragion per cui l’esplosione dei costi del gas ha aperto la strada all’affidamento ad altre fonti alternative e l’incremento di questa istanza ha agevolato di conseguenza l’impennata dei prezzi.

Conclusioni (imprevedibili)

Nel nostro Paese scarseggiano le risorse industriali per supplire al calo delle importazioni causato dal conflitto. Le società medio-grandi che realizzano il pellet non superano la ventina. Vi è una carenza quindi di materia prima. A mancare anche gli scarti poiché di recente in Italia si è registrato un restringimento delle segherie che trattano legname..

Il futuro è una vera propria incognita, nessuno, a guerra ancora in corso, potrebbe sbilanciarsi a riguardo. I costi schizzano in tantissimi comparti e sebbene il mercato europeo sia ben organizzato, non può dirsi comunque pronto a navigare nelle torbide acque dell’attuale criticità. Insomma, bando a qualsiasi tipo di previsione .

Marco Scarfiglieri

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