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Pellet, è allarme truffa e contraffazione: costa sta succedendo

Attenzione alta sul pellet con l’allarme che arriva dalle associazioni dei consumatori: truffe e sequestro, cosa sta succedendo e a cosa stare attenti

Un aspetto importante sta destando l’attenzione a proposito del pellet, con un allarme lanciato da parte delle associazioni di consumatori, viste le cinquantadue denuncia ed un grosso sequestro realizzato per pellet contraffatto.

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Vi è, da parte dei consumatori, la richiesta del rimborso in quanto danneggiati dall’acquisizione di tanti e diversi chili. In preparazione rispetto alla stagione invernale che arriverà. A parlarne nell’approfondimento è Money.it, il quale spiega che non si tratta di una novità. dal momento che gli acquisti di tale materiale talvolta portano delle spiacevoli sorprese.

Anche il medesimo segretario nazionale di Codici, l’associazione per i consumatori, aveva avvisato in merito al rischio dell’aumento di truffe, di pari passo con la crescita delle richieste del materiale stesso.

Si tratta di un tema importante. A causa degli aumenti del gas tanti stavano considerando il passaggio alle stufe a pellet. In previsione dell’inverno, con i rischi legati all’aumento dei prezzi del suddetto per varie ragioni. Una questione che si lega inoltre ad un altro problema, ovvero le scorte in esaurimento. Una tendenza che ha portato a l’aumento dei costi.

In seguito alla scarsità e alla carenza di pellet, si legge che varie aziende avrebbero dato il via alla produzione e alla vendita del pellet contraffatto. Per un tot., si legge, di più di un milione e mezzo di sacchi.

Pellet, allarme truffa: materiale contraffatto, un aspetto a cui prestare attenzione

Di recente è stato trattato il tema del pellet, in ottica allarme prezzi alle stelle e corsa all’acquisto, sottolineando perché prestare attenzione al rguardo.

La crescita della richiesta del materiale, spiega Money.it, ha portato anche alla crescita circa casi di truffa. E di contraffazioni. Con tanti che sono stati spinti a comprare prodotti ad un prezzo sin troppo conveniente. Minore, se confrontato con la media di quello ormai in crescita costante, E tante e varie sono state le segnalazioni per quanto concerne le truffe.

Vi è dunque una crescita tanto di uno quanto dell’altro aspetto, poiché in tanti starebbero provando ad approfittarsi della situazione. Da parte della Guardia di Finanza, in Italia, vi è stato il sequestro di più di 5mila tonnellate di pellet. Per un tot. di un milione e mezzo di sacchi. Cinquantadue le denunce che sono arrivate per quanto concerne aziende, rivenditore, importatori. E grossisti di questo settore.

Le accuse riguardano la contraffazione e la frode in commercio, e vi è stato anche il sequestro di macchinari. E di impianti industriali per quanto riguarda la produzione del pelle non legale.

Un aspetto importante della quesitone riguarda il capire qualcosa in più circa la contraffazione e avere qualche elemento per poter comprendere al meglio. Nello specifico, il riferimento al pellet contraffatto. Oppure a quello non legale. Riguarda il materiale venduto sul mercato mediante dei marchi falsi di certificazione. Inerenti ad aspetti quali qualità ed conformità ambientale. A sottolineare l’importante della qualità e dell’aspetto sicurezza a proposito di un materiale combustile è GreenMe.

E viene rimarcato che il punto inerente la qualità, rispetto al pellet e, in via generale, quando si parla di combustili, è un requisito importantissimo. Anche in virtù del fatto che le certificazioni di qualità al riguardo sono richieste a norma di legge. Al fine di poter aver accesso agli incentivi e alle detrazioni riguardanti il territorio del Paese. Come il superbonus 110%, Conto Termico. E ancora ecobonus, bonus casa, così come da disposizione del D.lgs 199/2001.

Aspetto sottolineato da parte di AIEL e, anche viste tali ragioni, vi sono specifiche regole per quanto riguarda il pellet di riscaldamento a cui quest’ultimo è soggetto. Col fine di garantire qualità nel corso dei vari step della filiera produttiva.

Pellet, occhio alla questione prezzo

Al fine di evitare di incorrere in eventuali truffe e materiale combustile contraffatto, è opportuno essere a conoscenza e riconoscere marchi e materiale consono, si legge su Money.it. Un aspetto al riguardo si lega al prezzo, ovvero al fatto che non bisogna farsi ingannare da quest’ultimo, dal momento che, al momento, il prezzo del materiale al sacco, ovvero quindici chili, è all’incirca di quindici-venti€.

Si tratta di un prezzo alto, tenendo conto degli spetti che influiscono, quali inflazione, aumento richiesta e scarsità del materiale stesso. Imbattersi in un prezzo minore, sopratutto nel caso di prezzi che vanno tra i tre-cinque€ al sacco, com’era prima che arrivasse la crisi, potrebbe indicare la presenza di una eventuale truffa. O la presenza di un prodotto eventuale sprovvisto di marchi di qualità. E della sicurezza.

Qualora un consumatore comprasse oppure trovasse un carico contraffatto, va fatta la segnalazione alla Guardia di Finanza. Oppure si può rivolgere alle associazioni legati all’assistenza dei consumatori. Come nel caso di “Codici”.

Questi, alcuni elementi al riguardo. Ad ogni modo è bene ed opportuno approfondire al questione ed i vari aspetti, così da chiarire eventuali dubbi e saperne di più al riguardo. anche tramite un confronto con esperti del campo e professionisti del settore.

Dario Quattro

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