Perché il pellet sta aumentando, con i prezzi quasi ovunque raddoppiati e perché prestare attenzione, in ottica inverno: i dettagli
Tema di rilevanza quello inerente il pellet, poiché da più parti si registra di recente un amento dei prezzi intenso e le scorte sarebbero in esaurimento: va prestata attenzione, per coloro che impiegano la stufa a pellet come unico sistema di riscaldamento, a non restare scoperto in ottica inverno.
Tiene banco la situazione inerente i costi e l’aumento del gas, e in via alternativa molti italiani pensando di impiegare le stufe a pellet in inverno. A tal riguardo, però, si parla di recente di un aumento del prezzo di quest’ultimo, con le scorte che sarebbero in esaurimento. Per tale ragione, con l’inverno che è ancora lontano, per chi usa tale mezzo come solo sistema di riscaldamento, ciò potrebbe essere un problema. Visto l’eventuale rischio di poter restare scoperto.
A parlarne nell’approfondimento è Money.it, che si sofferma sulle ragione dell’aumento dei prezzi. Anzitutto la crescita della domanda, in secondo luogo l’approvvigionamento di legno con cui il pellet viene fatto. Tale ragione dunque si lega ad una crisi dell’approvvigionamento da equiparare alle altre fonti di energia. Visto che il legno con cui si fa non è italiano, ma arriva dall’estero.
C’è poi la questione del conflitto tra Russia e Ucraina, con circa il dieci per cento del materiale, poi, si legge, arrivava dalle zone ore escluse dal mercato. La Russia nel dettaglio ne era tra i maggiori esportatori al mondo. Molte poi, per rispondere alla crisi energetica, sono le aziende che hanno deciso di comprare maggior quantità di pellet a discapito della vendita ed uso domestico.
Quando si parla di costi e di aumenti, ci si può riferire al freddo e al prossimo inverno di certo, ma anche attualmente al caldo. Ecco che può tornare utile considerare le alternative al condizionatore per risparmiare e rinfrescare casa.
Così come interessante può essere dare un’occhiata a cosa stare attenti prima di comprare un condizionatore e quali sono alcuni dei migliori.
Tornando invece alla questione legata al freddo e al prossimo inverno, il prezzo del pellet, come detto, è aumentato e come visto tra le ragioni vi sono l’aumento della domanda, la crisi dei materiali e quella energetica internazionale.
Si tratta di un combustibile, spiega Money.it, che si ricava dal legno e spesso si parte dagli scarti di lavorazione. L’Italia non lo produce ma lo importa. Con un mercato che è “esposto alle incertezze e alle dinamiche dei mercati internazionali, che sono alla base delle condizioni di mercato attuali, caratterizzate da rincari di prezzo e incertezze sulle forniture”, ha spiegato l’Associazione Italiana Energie Agroforestali, si legge.
Ma quanto costa oggi il pellet?
Mediante una ricerca sul web si può scoprire che nel 2021 il prezzo, basato su di una quantità minima di 15 chilogrammi al sacco, aveva un prezzo all’incirca di tre – cinque € per sacco. Attualmente è davvero difficile trovarlo online a basso prezzo. In molti negozi e grandi fornitori, molte marche – si legge – non si trovano. Il prodotto è “non disponibile”.
Quei pochi disponibili hanno un prezzo che oscilla tra gli otto e i sedici € al sacco, per un valore di un € per ciascun chilo di pellet.
L’allarme circa tale tema riguarda il fatto che, in ottica inverno, potrebbero mancare le materie per riscaldarsi e va detto che in merito c’è comunque grande allarmismo. Money.it spiega infatti che stando a diversi esperti, le quantità di gas in Italia in merito ai riscaldamenti saranno adeguati all’inverno. Tuttavia l’eventualità, lo spettro di una ipotetica crisi invernali spaventa molti.
Per tale ragione, si spiega, in molti hanno reagito acquistando stufe a pellet e iniziando a far scorta del materiale. Va detto che non vi è una sola soluzione circa i prezzi aumentati, si tratta di una questione complessa. Tuttavia c’è chi, come nel caso dell’Associazione Italiana Energie Agroforestali sottolinea che la soluzione vi sarebbe. Ovvero aumentare la produzione di italiana del pellet stesso.
Pare che nel Paese non si sfruttino le potenzialità del legno, e dunque si suggerisce un investimento per quanto concerne industrie ed imprese forestali, ai fini della realizzazione di impianti di produzione di pellet.
Stando ai numeri, l’Italia è tra i Paesi in euro che sfrutta di meno le proprie foreste. A fronte di più di dieci milioni di ettari di foreste, il Paese ne preleva, all’incirca, il ventiquattro per cento dell’intero accrescimento. Stando ad alcuni, il prelievo di tale materiale potrebbe aiutare la manutenzione dei boschi e differenziale le materie rispetto al riscaldamento.
Viene però sottolineato che la produzione al riguardo risulta essere costosa soprattuto dal punto di vista energetico. Bisogna quindi chiedersi se è auspicabile investire al riguardo o se le imprese sarebbero in grado di pagare il prezzo dell’energia circa la produzione, senza che tale costo si riversi sul materiale. Col relativo aumento del prezzo al chilo per il consumatore finale.
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