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Partite Iva “nel mirino” del Fisco: in arrivo migliaia di lettere dall’Agenzia delle Entrate

Stanno per arrivare a tante Partite Iva delle lettere da parte di Agenzia delle Entrate. Attenzione dunque, in vista ci sono irregolarità da sanare. 

Sono partite molte segnalazioni da parte del Fisco, e stanno per arrivare a casa di altrettanti italiani. In particolare titolari di Partita Iva. Ma cosa contengono queste lettere? E cosa fare quando ce le ritroviamo tra le mani? Ecco cosa emerge dal provvedimento firmato il 25 marzo proprio dall’AdE.

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Di sicuro sappiamo che gli “sfortunati” destinatari di questi avvisi sono alcuni titolari di Patita Iva. Si tratta di una operazione di routine, in quanto è normale che il Fisco controlli se le dichiarazioni reddituali corrispondono a verità. Tuttavia vedersi recapitare un avviso dall’AdE solitamente non porta mai “buone notizie”. Possiamo comunque però assicurare che il tipo di lettera che sta per arrivare è di natura “bonaria”. Si tratta in sostanza di un invito da parte dell’Agenzia a regolarizzare la posizione.

Partite Iva oggetto dei messaggi: c’è da preoccuparsi?

Le lettere in arrivo ai contribuenti titolari di Partita Iva sono delle “semplici” segnalazioni di alcune anomalie. Le comunicazioni vogliono mettere il cittadino in condizione di adempiere spontaneamente a quello che è dovuto. Come si evince infatti dal provvedimento del 25 marzo, viene inviata, “ai sensi dell’articolo 1, commi da 634 a 636, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, una Comunicazione per la promozione dell’adempimento spontaneo nei confronti dei soggetti titolari di partita IVA per i quali emergono delle differenze tra il volume d’affari dichiarato e l’importo delle operazioni comunicate dai contribuenti e dai loro clienti all’Agenzia delle Entrate ai sensi dell’articolo 21 del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78 e delle fatture elettroniche inviate ai sensi dell’articolo 1 del decreto legislativo 5 agosto 2015, n. 127“.

L’oggetto delle “contestazioni” è la dichiarazione dei redditi del 2019 e le anomalie riscontrate dall’Agenzia delle Entrate tramite controlli incrociati. La “buona notizia” è che il cittadino può ritornare ad una posizione regolare tramite il “ravvedimento operoso”, e quindi pagare meno sanzioni. Inoltre, se è certo che le informazioni inviategli siano errate, può dimostrare con la documentazione che ritiene opportuna di non avere commesso omissioni o sbagli nella dichiarazione.

Gli avvisi verranno inviati tramite Pec, o altrimenti per posta ordinaria. Se per qualche motivo un contribuente teme di aver “perso” la comunicazione, può consultare i dati anche tramite il cassetto fiscale del contribuente oppure la sezione nel sito ufficiale, alla voce “Fatture e Corrispettivi”.

Stefania Guerra

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