Partite iva e bonus, finalmente arrivano vantaggi e aiuti anche per i liberi professionisti: nessuno viene dimenticato, si gioca d’astuzia!
Lo Stato cerca di contenere in ogni modo l’aumento del costo della vita, e se i salari rimangono gli stessi, gioca la carta dei bonus. Arrivano vantaggi di natura economica anche per i liberi professionisti: la gestione delle partite iva fa meno paura! Spesso capita di far ragionamenti simili, aver timore ad affrontare un percorso del genere perché lontano e differente da quello comune di chi sceglie un sistema di dipendenza. Ma questa è la scelta di chi predilige attività per menti libere, creative e ribelli, che fanno da sé i propri guadagni. Ecco che c’è una manna dal cielo, anzi dallo Stato, per far fronte alle spese. Nuovi ausili, come ottenerli?
Corre l’anno 2024, e la mossa dei bonus statali abbraccia anche i possessori di partite IVA. Si tratta di sostegni sia per autonomi che per imprese, con lo scopo di far fronte all’inflazione galoppante. Aumento continuo e costante del livello dei prezzi. Appunto, il costo della vita aumenta, ma la base economica di ognuno rimane la stessa.
Lo scorso maggio del 2022 entrava in vigore il Decreto aiuti che con i suoi 200 euro, avrebbe sostenuto questa categoria di liberi lavoratori. Adesso, decade questo sistema come anche quello del reddito di cittadinanza. Stessa condizione per il Decreto aiuti TER e i suoi 150 euro, i cui requisiti per ottenerli erano gli stessi dell’altro citato. Appunto, essere possessori di partita iva dal 2022, rimanere ad un reddito annuo al di sotto di 22 mila euro, e far richiesta all’INPS.
Ma ad oggi questi sistemi non esistono più. Ne sono stati varati altri più funzionali ed efficaci. Tra i bonus, bisogna ricordare che alcuni contributi a fondo perduto persistono, nonostante la maggior parte siano stati ormai accantonati. Questa è la situazione di base. Ecco quali requisiti servono per abbracciare le tre misure varate dallo Stato a sostegno dei liberi professionisti.
Partite iva e bonus, 3 misure studiate ad hoc: tanti soldi… e subito!
Liberi professionisti non dimenticati dallo Stato: quali sono i bonus e i requisiti che servono per poterli ottenere. Per farne richiesta è necessario che il nucleo familiare soddisfa determinati parametri, quindi non solo il lavoratore in sé. Il tutto parte da due pandemie gravi, quella del Covid-19 che se ha messo i lavoratori dipendenti in cassa integrazione, quelli indipendenti si sono ritrovati con un pugno di mosche in mano. Ed attualmente si affrontano i disagi socioeconomici apportati dall’inflazione.
Il primo bonus ad entrare in gioco proprio dopo la caduta del Reddito di cittadinanza, è l’ISCRO sigla che indica l’Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale Operativa. Introdotta dalla Legge di Bilancio del 2021, è a tutti gli effetti uno strumento che ha la stessa portata della Cassa Integrazione per i lavoratori dipendenti. Sostegno erogato dall’INPS ha una durata massima di sei mesi, con un importo che in base al contesto familiare varia dai 200 agli 800 euro.
Misura strutturale, quindi portante per questa categoria di lavoratori, è confermata per tutto il 2024. Chi può farne richiesta? I lavoratori che hanno una partita iva aperta da 3 anni e sono in regola con tassazioni e contributi. Questi non devono inoltre usufruire di provvedimenti pensionistici diretti, non avere l’assegno di inclusione, e possedere un reddito di lavoro autonomo che non superi negli anni precedenti sia il 70% che 12 mila euro.
Un aspetto fondamentale è che la manovra di quest’anno ha ampliato a più contribuenti la possibilità di accedervi, ma con delle conseguenze. Si tratta appunto del fatto che il trattamento non è esente a livello fiscale. Chi ha questi requisiti può farvi domanda direttamente al sito ufficiale dell’INPS entro il 31 ottobre. L’Agenzia delle entrate verifica l’idoneità di accesso, e l’importo equivale al 25% della media dei redditi dei due anni per la prestazione autonoma.
C’è l’Assegno di inclusione, questo è per tutti quei nuclei familiari che in relazione alla Legge N. 104 del 1992, presentano familiari con disabilità. Ma non solo, anche se ci sono altre fragilità, quali appunto un minorenne, un anziano, e un componente che necessita di cure sanitarie specifiche. L’ISEE annuo deve essere inferiore a 9.360 euro.
Poi ancora c’è il Supporto Formazione lavoro, l’altro bonus per la singola persona. Può beneficiarne chi ha un reddito da lavoro autonomo, ha ISEE e Reddito familiare annui sotto i 6.000 euro e rientra nella percentuale predisposta alla propria condizione. Un patrimonio inferiore a 30.000 euro, e rispetto di tutti i parametri patrimoniali riposti dall’INPS. La richiesta va sempre fatta al suddetto portale, con la necessità di iscriversi al Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa, siglato SIISL, per poi sottoscrivere due patti, uno di attivazione digitale, e l’altro di servizio personalizzato.
Infine, Resto al Sud e Filiera idrogeno rinnovabile sono i due contributi a fondo perduto rimasti e sopracitati. Si tratta di somme pronte a sostenere le aree meno sviluppate economicamente del Paese, e facendo fronte a risorse ecosostenibili. Attività finalizzate all’assunzione in azienda di giovani sotto i 30 anni, questo comporta meno peso fiscale per le imprese, e anche per le donne svantaggiate, si parla di uno sgravio del 50%.