02Partita Iva e Pensione di vecchiaia: si seguono regole diverse rispetto ai contribuenti che lavorano come subordinati.
Possiamo però esaminare aspetti fondamentali e andare dunque a capire a che età si va in pensione con la Partita Iva, come si calcola, quanto si prende di assegno, e come funziona la rivalutazione pensionistica.
Imprenditori e liberi professionisti, quando vogliono andare in pensione, possono sfruttare sia le regole ordinarie che alcune eccezioni previste anche per i lavoratori dipendenti. Ma in alcuni comparti, come ad esempio chi aderisce alle casse private, deve osservare regole diverse. Andiamo a scoprire tutti i dettagli.
Chi ha una Partita Iva può rifarsi alla Legge Fornero, esattamente come le altre categorie di lavoratori. In linea generale, un libero professionista può accedere alla pensione di vecchiaia al raggiungimento dei 67 anni di età anagrafica e 20 di contributi pieni. In alternativa, può optare per la pensione anticipata, con la formula dei 42 anni e 10 mesi di contributi (per gli uomini) o 41 anni e 10 mesi di contributi (per le donne).
Attenzione però alle Casse scelte per il versamento dei contributi: a seconda della modalità, cambiano anche i parametri per accedere alla pensione. Vediamoli tutti.
I liberi professionisti con Albo professionale si rivolgono alle Casse di Categoria, ognuna delle quali ha regole per la contribuzione diverse;
I liberi professionisti senza Cassa si iscrivono alla Gestione Separata INPS; Regime forfettario può chiedere una riduzione del 35% dei contributi da versare all’INPS; la gestione separata varia così: 26,23% per professionisti non assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie; 24% per professionisti e collaboratori titolari di pensione o provvisti di altra tutela pensionistica obbligatoria; 33,72% – 35,03 per collaboratori e figure assimilate non assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie per i quali non è prevista la contribuzione aggiuntiva DIS-COLL;
Il calcolo della pensione di un libero professionista è piuttosto complesso perché dipende da vari fattori, come le quote retributive, la Cassa previdenziale prescelta e il numero di anni contributivi. In linea generale, possiamo dire che un titolare di Partita Iva arriva a prendere non più del 45% rispetto all’importo dell’ultima retribuzione.
Proprio come le altre categorie di lavoratori, se l’importo della pensione non arriva ad una certa cifra scatta l’integrazione al minimo. Per il 2023 la cifra p fissata in 63,73 euro al mese, ovvero 6829,94 euro all’anno. Il titolare di Partita Iva deve però rispettare anche i seguenti requisiti:
Per quanto riguarda invece la rivalutazione della pensione, che avviene annualmente, anche il titolare di Partita Iva ne ha diritto. Vista l’attuale crisi economica, quest’anno invece che a gennaio l’aumento è scattato a novembre 2022 ed è pari al 7,3% nella sua accezione massima. Più alto è il reddito e più la percentuale scende.
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