Pannelli solari per tutti: ormai è obbligatorio, e non è una brutta notizia

REPowerEU è un ampio pacchetto di proposte per superare la dipendenza dagli idrocarburi, accelerare la transizione ecologica e aumentare la sicurezza energetica dell’UE. Tra le misure proposte pannelli solari obbligatori.

L’obbiettivo primario oggi rimane quella di azzerare la dipendenza dell’Unione europea nei confronti della Russia.

obbligo pannelli solari
foto adobe

 

La strategia si basa sul risparmio energetico e la diversificazione nell’approvvigionamento. Tutto concorre ad affrontare la sfida del futuro; quella di contrasto al cambiamento climatico. La sinergia del proposito getta le basi per attenuare gli effetti di nuovi mutamenti nello scenario geopolitico. Una accelerazione della transizione verde su cui Bruxelles ha investito circa 210 miliardi di euro.

Il finanziamento porterà gli Stati membri ad avere almeno mille gigawatt di impianti fotovoltaici installati nei entro il 2030. Per avere un termine di paragone e capire la vastità del progetto, l’ammontare è pari all’attuale capacità mondiale. Per centrare l’obbiettivo sarà necessario installare almeno 70 milioni di tetti solari entro la fine del decennio.

L’obbligo dei pannelli solari su tutti gli edifici dal 2030.

La normalità del prossimo futuro comprenderà quindi case di nuova costruzione con uno standard di pannelli fotovoltaici. Per quelle già presenti si prevedono misure atte a incentivarne l’installazione. Nel contempo, l’esecutivo comunitario proporrà di rendere obbligatori i pannelli fotovoltaici per tutti gli edifici pubblici e commerciali di una certa metratura a partire dal 2026. Per il 2030 l’obbligo dovrebbe estendersi anche agli edifici residenziali. In quest’ottica verranno selezionate specifiche aree geografiche destinate all’eolico e al fotovoltaico. Bruxelles sembra pronta a sostenere i governi per regolare il mercato interno, non solo i prezzi del gas, ma anche la tutela dei lavoratori e delle aziende che verranno penalizzate dai limiti produttivi e industriali imposti sulle emissioni inquinanti.

Il piano originario dell’UE per ridurre le emissioni di carbonio del 55% rispetto al livello del 1990 entro il 2030 prevedeva un obiettivo del 40% di energie rinnovabili. Ma la guerra in Ucraina ha spinto Bruxelles a cercare molto più rapidamente l’indipendenza energetica.

Dieci milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile auto prodotto entro il 2030.

Un altro contributo importante in questo senso arriverà dall’idrogeno; l’obbiettivo sarà poter disporre di dieci milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile auto prodotto entro il 2030. Entro l’estate l’obbiettivo è approvare progetti di interesse comune dedicati all’idrogeno sovvenzionati da investimenti industriali per 50 miliardi di euro.

Nel passaggio dalle fonti fossili a quelle rinnovabili l’idrogeno gioca un ruolo da perfetto intermediario. Questo consentirebbe di far funzionare tramite energie rinnovabili l’aviazione, la marina e i mezzi pesanti. Oltre a questi i siti per la produzione di acciaio o di fertilizzanti. In tutte queste industrie vitali è quindi l’idrogeno verde la fonte energetica che sembra la soluzione più praticabile. Per produrre 1kg di idrogeno dal gas si producono dieci kg di CO2 mentre quella proveniente dal carbone ne produce addirittura il doppio. Tuttavia, l’idrogeno può essere prodotto senza CO2 con l’elettrolisi dell’acqua, in questo modo è possibile annullare le emissioni inquinanti.

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