Per i pannelli fotovoltaici c’è lo studio definitivo per valutare pro e contro, di un sistema che permette di fare un favore alla tasca e all’ambiente.
Negli ultimi anni c’è stata un’importante diffusione dei pannelli fotovoltaici. A favorire lo sviluppo di queste tecnologie hanno contribuito anche gli incentivi statali, che permettono di installare un impianto ecosostenibile ottenendo un importante risparmio economico.
La crisi energetica che ha caratterizzato il 2022 e lo scontro militare tra Russia e Ucraina hanno sottolineato la necessità di adottare un cambiamento in ambito energetico. Per questo motivo, ora più che mai, è necessario valutare i pannelli fotovoltaici perché potrebbero rappresentare la soluzione definitiva ad un enorme problema energetico.
I pannelli fotovoltaici sono dei dispositivi caratterizzati dalla presenza di celle, che sono in grado di immagazzinare l’energia solare e di convertirla in corrente elettrica alternata. Così facendo è possibile sfruttare un’energia green, come quella solare, per far funzionare tutti i dispositivi elettrici.
Questo sistema così all’avanguardia, in realtà, è stato inventato nel lontano 1883 da Charles Fritz che ha prodotto, per la prima volta, una cella solare di circa 30 cm quadrati con l’utilizzo del selenio.
Successivamente, il progetto è stato potenziato da Albert Einstein, nel 1905, con uno studio sulla teoria dell’effetto fotoelettrico che gli ha permesso di conseguire il Premio Nobel per la fisica.
Da lì in avanti si sono susseguiti diversi fisici ed ingegneri con lo scopo di potenziare e migliorare questa tecnologia, fino a trasformarla in una sorta di “ancora di salvezza” del nuovo millennio.
Dunque, la tecnologia che c’è dietro i pannelli fotovoltaici non è affatto moderna. Si tratta, infatti, di un’intuizione avvenuta alla fine del XIX secolo, che è stata sviluppata da fisici e ingegneri fino ai giorni nostri.
Attualmente i pannelli fotovoltaici sono realizzati in silicio, ovvero un semimetallo e semiconduttore, che è in grado di catturare l’energia solare. Sebbene questa tipologia di celle abbia una efficienza bassa, sono preferite ad altre per la loro economicità nella produzione.
A partire dal 2016 in poi, la maggior parte delle celle in silicio realizzate sono destinate alla produzione di pannelli solari ad uso domestico. Dopotutto, il silicio amorfo è un prodotto estremamente funzionale per l’assorbimento della parte visibile dello spettro solare. Tuttavia, il Si-a presenta un limite che riguarda l’incapacità di raccogliere la parte infrarossa dello spettro solare.
In ogni caso, le celle in silicio sono preferite ad altri materiali perché semplificano notevolmente la fase di fabbricazione, rendendola più rapida ed economica.
Non a caso, una delle caratteristiche più apprezzate è la sua capacità di generare elettricità anche con una bassa esposizione ai raggi solari. Tuttavia, occorre installare un gran numero di pannelli solari per ottenere energia sufficiente a soddisfare le esigenze domestiche.
Esistono poi i pannelli solari realizzati con celle in silicio cristallino. Sul mercato sono presenti due tipologie di silicio cristallino:
Di fatto, il polycrystalline presenta delle caratteristiche di economicità particolarmente apprezzate, ma questo non è l’unico aspetto positivo del materiale. Infatti. le celle in polycrystalline sono facili da tagliare informe che si adattano ad essere unite in moduli.
Il monocristalline, tuttavia, risulta più efficiente, anche se è tendenzialmente più costoso. Infatti, questo materiale è difficile da tagliare evitando sprechi. Tuttavia, occorre installare un minor numero di pannelli di questa tipologia per ottenere la stessa potenza di quella generata dai pannelli policristallini o amorfi.
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