Prendersi cura del nostro patrimonio non significa soltanto maturare rendimenti al fine di realizzare i nostri progetti, ma anche quantificare gli effetti che le nostre decisioni hanno sui ritorni psicologici ed emotivi, in definitiva del nostro capitale psicologico.
Questo capitale è in grado di determinare nel trading la stabilità e le capacità di rendimento sul lungo periodo. Un analogo principio è valido applicato anche sulle attività economiche che a contatto con il pubblico formano poi quella che è una parte importante dell’economia di un paese.
L’investitore così come il consumatore è mosso da bisogni di natura individuale che vengono scontati sull’economia. Questo a partire dalla comprensione che le attività economiche sono in grado di avere tale da ottimizzare l’offerta di beni e servizi. Proprio per mezzo delle ricerche di mercato, un’azienda è in grado acquisire le informazioni che gli permettono di avere una conoscenza approfondita del cliente, in questo modo essa può proporre servizi o prodotti in grado innanzitutto di convincerlo coinvolgendolo emotivamente, secondo principi studiati nelle discipline come l’economia comportamentale e il neuromarketing.
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Muoversi in questo senso per le realtà economiche, dalle PMI alle multinazionali, è fondamentale, perché consente di prendersi cura del proprio patrimonio cementando l’immagine del prodotto e dell’azienda all’interno della cultura del consumatore e dell’esperienza, che questa dovrebbe evocare in associazione al prodotto offerto. Questa variabile è in grado di fare la differenza nel successo economico delle imprese e di conseguenza dell’economia dei paesi nei quali si trovano a operare. La pandemia indirettamente sta riuscendo a mettere in crisi questo aspetto, che in modo subdolo sta mettendo a repentaglio molti settori fondamentali per la crescita economica.
Nonostante il miglioramento della situazione sanitaria e le aspettative per una nuova espansione economica, sostenuta innanzitutto degli investimenti pubblici come l’attuazione del Pnrr, i consumi non ancora tornati a livelli precedenti la crisi potrebbero trovare serie difficoltà a causa delle influenze emotive e psicologiche dovute al modo in cui l’esperienza di consumo è stata modificata. L’empatia sulla condizione con la quale viviamo le spese e l’accesso quotidiano ai consumi e ai servizi, può modificare in modo inaspettato le stime di crescita. Gli scenari ottimistici potrebbero non realizzarsi, le stime di crescita sono ultimamente salite e arrivate secondo i rilevamenti della Commissione Europea al +5% nel 2021 e al 4,2% nel 2022, cresciute rispettivamente di 0,8 e di 0,6 punti rispetto alle previsioni del mese di maggio.
A partire dal settore creditizio fino alle vendite al dettaglio, l’esperienza dei consumatori è stata messa a dura prova non solo dagli operatori del settore ma anche dalle politiche del governo. Gli esempi di questo fenomeno possono essere molteplici, con colpevolizzazioni sulle aziende e sui cittadini amplificate dai media nazionali che fanno ricadere su di loro la responsabilità penale in caso di una ripresa di focolai di contagio. Questo non fa altro che creare le condizioni per un rallentamento delle attività di consumo, facendo altresì in modo che le aziende creino le condizioni per distruggere l’esperienza della dimensione emotiva degli acquisti, costringendo i consumatori a sopportare lunghe code, prenotazioni, prelievi di temperatura e verifica costante del corretto uso della mascherina.
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