L’Inps ha chiarito che uno degli obiettivi del maxi Piano integrato di attività e organizzazione prevede lo smaltimento di diverse migliaia di pratiche in materia di TFR, TFSe relative giacenze. Ecco la linea dell’ente per i prossimi mesi.
L’istituto di previdenza vuole accelerare alcuni iter burocratici che hanno una grande importanza per non pochi lavoratori.
Ci riferiamo al percorso che prevede il pagamento delle liquidazioni ai dipendenti del pubblico impiego. Si tratta del TFR, del TFS e di ben 11mila pratiche da smaltire e chiudere nel più breve tempo possibile.
Secondo i programmi Inps, il pagamento dovrà aver luogo entro l’anno in corso e rappresenta uno dei target previsti nel cosiddetto “progetto smaltimento giacenze TFR-TFS“, vale a dire un piano straordinario operativo dal 2020 per pagare senza indugio il trattamento di fine servizio e il trattamento di fine rapporto ai dipendenti pubblici.
Un obiettivo che per l’istituto deve diventare certezza entro la fine dell’anno, tanto che l’Inps per il 2022 ha assicurato di svolgere le lavorazioni per tutte le citate 11.000 posizioni (individuate via codice fiscale). Di ciò si può leggere l’impegno scritto, e quindi formalmente preso, nel Piano integrato dell’Istituto – pubblicato da poco tempo.
Tuttavia c’è chi avrà la precedenza nello smaltimento, come ora vedremo. Ecco allora alcuni dettagli sul piano ad hoc dell’istituto per abbattere la burocrazia in tema di TFR e TFS.
Piano Inps per smaltire le liquidazioni, TFR e TFS: il contesto di riferimento
Come molti sapranno, tra le varie tutele previste dalla legge a favore del lavoratore subordinato una delle maggiori attiene alla liquidazione, vale a dire una somma di denaro che viene versata dal datore al lavoratore al termine del rapporto di collaborazione, sia esso per pensionamento sia per diversa motivazione.
La tutela in oggetto vale a favore sia dei lavoratori pubblici che di quelli privati e prende il nome di trattamento di fine rapporto. Ma accanto al TFR vi è anche una distinta tipologia di liquidazione, vale a dire il trattamento di fine servizio (TFS). Esse sono accomunate dal fatto che rappresentano uno specifico accumulo di denaro da parte del lavoratore, anno dopo anno, e hanno la stessa funzione di base – seppur con una differenza chiave. Quale? Ebbene questo è il quadro in sintesi:
- il TFR, Trattamento di Fine Rapporto, consiste in un’indennità economica che spetta a tutti i lavoratori sia pubblici che privati che hanno un contratto a tempo indeterminato o determinato. Il TFR inoltre ha natura contributiva e ciò vuol dire che è una specie di ‘salario differito’ quantificato sulla scorta di variabili come ad es. la RAL o i contributi versati mensilmente ai fini pensionistici;
- il TFS, Trattamento di Fine Servizio, è una somma di denaro che è riconosciuto al lavoratore subordinato al termine del rapporto di lavoro e si differenzia dal TFR per il fatto che ne beneficiano soltanto i dipendenti pubblici e statali, e non i privati. Il TFS, a differenza del TFR, ha natura retributiva e previdenziale ed è dunque quantificato sulla scorta dell’ultima busta paga incassata.
Piano di smaltimento Inps: priorità ai lavoratori del settore scuola
Dopo queste utili premesse su TFRe TFS, veniamo ora al piano di smaltimento Inps. Al momento è noto che le 11mila pratiche saranno condotte a termine secondo un ordine di priorità per categoria. In particolare, la priorità sarà data al comparto scuola.
In base al Piano ad hoc elaborato e pubblicato da Inps:
- saranno lavorate 2.302 pratiche di liquidazione del TFR di insegnanti e personale non docente;
- per il resto della PA le pratiche di TFR e TFS che saranno trattate entro la fine del 2022 sono 5.126;
- previsto anche lo smaltimento per 534 pratiche di riscatto del TFS-TFR e per 3.038 riliquidazioni, vale a dire rideterminazioni delle buonuscite.
Ovvio che le necessità contigenti premono e gli oggettivi e prolungati ritardi nei pagamenti del dovuto da parte di Inps, non possono accumularsi ancora a lungo. Non mancano lavoratori che aspettano la liquidazione ormai anche da un biennio.
Chiarimenti Inps sulle tempistiche degli accrediti TFR e TFS
Circa i tempi di pagamento, l’Inps aveva indicato quali sono i tempi di versamento delle prestazioni per i lavoratori pubblici. Ebbene, in base alle norme vigenti, i termini per il versamento del TFS ai lavoratori pubblici cambiano in base alle cause di cessazione del rapporto di lavoro.
In particolare, le regole vigenti indicano che il pagamento del TFS debba compiersi entro 105 giorni in ipotesi di cessazione dal servizio per inabilità o per morte del lavoratore. Mentre se è un caso di cessazione del rapporto di lavoro per il sopraggiungere dei limiti di età o di servizio, il versamento è da farsi non prima di 12 mesi dalla data di fine del servizio.
Concludendo, per tutti le altre ipotesi di cessazione del rapporto di lavoro, come ad es. in ipotesi di dimissioni e di licenziamento, il versamento della prestazione sarà svolto non prima di 24 mesi.
Per ulteriori informazioni, rinviamo comunque al Piano integrato Inps 2022-2024.