Il versamento della TARI è un obbligo di chi è proprietario di un’abitazione, ci vive e produce conseguentemente rifiuti. Tuttavia ci sono alcuni casi pratici che meritano un chiarimento. Vediamo quali sono.
In molti sapranno che cos’è la TARI o ne avranno comunque sentito parlare. Si tratta della cosiddetta tassa sui rifiuti, ovvero il tributo mirato a finanziare i costi collegati al servizio di raccolta e smaltimento della spazzatura.
Si tratta di una tassa che deve essere pagata da tutti coloro che posseggano o detengano – a qualsiasi titolo – locali o aree scoperte in grado di produrre rifiuti.
Ricordiamo in apertura che detta TARI è stata prevista a partire dalla legge di stabilità per il 2014 e la sua applicazione è proseguita finora, non senza qualche interrogativo di tipo pratico che ha riguardato più di un contribuente. Per esempio, è legittimo o conforme alla legge pretendere il versamento della TARI da chi ha una seconda casa e ci va solo per periodi di tempo ristretti durante l’anno? Ovvero, per questo secondo immobile di proprietà la tassa sui rifiuti è comunque dovuta? La domanda ha indubbi riflessi per la quotidianità e perciò ce ne occuperemo di seguito, indicando qual è la risposta da dare alla luce anche della giurisprudenza sul tema.
Il quesito è stato in verità finora lontano da una soluzione uniforme, tanto che se ne discute da tempo. Più d’una commissione tributaria ha affermato che un Comune non potrebbe o non dovrebbe far pagare ad un cittadino contribuente la cifra di una tassa quale la TARI, se il relativo utilizzo dell’immobile (con la correlata produzione di rifiuti) fa riferimento ad uno o due mesi l’anno (ad es. come luogo di villeggiatura per le vacanze estive). In altre parole, sarebbe in qualche modo discriminatorio far pagare la stessa quota al villeggiante rispetto a chi vive in un’abitazione dello stesso Comune dodici mesi l’anno. Tanto più che questo cittadino non ha la residenza nella seconda casa.
Ma la soluzione cui pervengono le commissioni tributarie non è quella di un’abolizione tout court della TARI per chi ha la seconda casa, piuttosto la soluzione più giusta sarebbe quella di uno ‘sconto’ sul versamento alle casse del Comune.
In ogni caso, il problema non si pone nel caso di chi ha posto in locazione la sua seconda casa perché le regole in materia ci dicono che:
Vediamo allora più da vicino il caso di chi ha una seconda casa e la usa per villeggiatura in alcune parti dell’anno. Ovviamente l’immobile avrà tutti gli allacci e le utenze attive e questo già indica che la tassa è dovuta. Ma quanto si deve in concreto pagare di TARI? Ebbene, la risposta che intendiamo dare è in estrema sintesi la seguente:
Tuttavia si tratta di argomenti dibattuti, e quanto abbiamo ricordato sopra con riferimento alle conclusioni a cui sono giunte alcune commissioni tributarie, ne è dimostrazione.
Infine non possiamo non accennare al caso della seconda casa non usata e che, dunque, resta disabitata dodici mesi l’anno. Sono le circostanze tipiche della casa da ristrutturare completamente, per esempio. Ebbene, in detta ipotesi la TARI sulla seconda casa non sarà pagata dal proprietario-contribuente, se la casa resta effettivamente vuota e non arredata nella sua interezza e non vi siano allacci/utenze (elettricità, gas ecc.).
Sarà compito del proprietario acclarare la sussistenza di ambo le condizioni, altrimenti il versamento della TARI è obbligatorio. Chiaro che se le casa è inutilizzata e senza allacci, è conseguente l’impossibilità di produrre spazzatura – non sussistendo dunque il presupposto del pagamento della tassa in oggetto.
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