Alcune aziende possono reclamare il pagamento di una fattura troppo vecchia, ma il cliente ha la possibilità di impugnare il diritto di prescrizione.
Oggi scopriremo come comportarsi quando il gestore della fornitura di energia elettrica, di gas e di acqua reclama il pagamento di una fattura troppo vecchia. Il cliente ha la possibilità di far valere la prescrizione attraverso la contestazione scritta, tale diritto risale alla Legge di Bilancio 2018.
Il pagamento delle bollette sta diventando un problema che affligge un gran numero di famiglie italiane, a causa dei rincari delle risorse energetiche che hanno provocato aumenti in bolletta davvero esorbitanti.
Peggio ancora, quando il fornitore della risorsa energetica presenta all’utente una bolletta vecchia. In tal caso, è possibile fare ricorso al diritto della prescrizione.
Oggi scopriremo come ridurre le bollette e come comportarsi in caso di fattura troppo vecchia.
Pagamento di una fattura troppo vecchia: come comportarsi
Se si riceve una fattura troppo vecchia, si ha la possibilità di far appello al diritto della prescrizione attraverso una contestazione scritta.
Quest’opportunità è stata modificata attraverso la Legge di Bilancio del 2018 che ha abbreviato notevolmente i tempi relativi alla prescrizione.
Secondo quanto stabilito dalle suddette modifiche è possibile fare uso del diritto di prescrizione per le bollette vecchie:
- Di energia elettrica. Qualora le fatture siano state emesse a partire dall’1 marzo 2018, sono previsti termini di prescrizione di due anni. Per le fatture antecedenti la suddetta data, si fa riferimento al termine precedente dei 5 anni per accedere alla prescrizione.
- Per la fornitura di acqua i tempi della prescrizione partono dal 1° di gennaio 2020 e sono stati accorciati a 2 anni. Anche in questo caso, per le bollette antecedenti la suddetta data il decorso rimane fisso a 5 anni.
- Per le bollette relative la fornitura di gas, dal 2 gennaio 2019 possibile accedere alla prescrizione dopo 2 anni. Mentre per le bollette antecedenti la suddetta data, la prescrizione rimane fissa a 5 anni.
Come ridurre le bollette
In ogni caso il problema degli italiani, in quest’ultimo periodo, resta quello relativo al costo esorbitante delle bollette per i consumi di energia elettrica, gas e acqua.
Secondo alcuni dati, infatti, a febbraio 1 famiglia su 7 non è riuscita a pagare la bolletta.
La crisi energetica che sta investendo l’Italia era stata preannunciata dalla Legge di Bilancio 2022, ma è stata inasprita dal conflitto inatteso tra Ucraina e Russia.
Tutto ciò finisce per gravare sul bilancio delle famiglie italiane e neppure i provvedimenti presi dal Governo (es. Bonus luce o bonus acqua) riescono ad offrire un sostegno adeguato.
Per i nuclei familiari che sono maggiormente in difficoltà, lo Stato ha concesso una rateizzazione dei pagamenti delle utenze domestiche.
Tuttavia, il problema principale restano le cifre davvero alte che gli italiani sono tenuti a versare.
Un buon metodo per risparmiare sul costo delle fatture delle utenze domestiche è quello di verificare che tutte le voci riportate siano corrette.
Di fatto, anche se molto raramente, può accadere che all’interno della bolletta siano presenti degli importi che non siamo tenuti a pagare, ma che la società non abbia provveduto a rimuovere in nostro favore.
Per questo motivo è bene che l’utente controlli con attenzione quello riportato generalmente in seconda pagina, che fa riferimento alla tipologia di consumo che è attribuita all’utenza domestica.
Alcuni consigli pratici
Per veder ridurre il valore delle tariffe riportate in bolletta c’è la possibilità di accedere ad un trattamento economico di favore per il consumo dei primi 150 kW al mese.
Un altro metodo particolarmente valido consiste nel passaggio alle fonti di energia rinnovabile. Infatti, oggi, grazie ai sussidi stanziati dallo Stato per favorire il passaggio alla transizione ecologica, è possibile installare pannelli fotovoltaici o impianti eolici usufruendo del Superbonus 110% e dell’Ecobonus.
Ovviamente l’installazione di un impianto che permetta di ottimizzare i consumi di energia comporta un investimento iniziale minimo.
Tuttavia, grazie ai sussidi messi a disposizione dallo Stato è possibile abbattere notevolmente i costi iniziali dell’investimento rientrando velocemente nelle spese e cominciando a vedere i primi concreti risparmi.