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Pagamenti, attenzione alla scadenza del 9 maggio: i rischi se non si paga

Occorre prestare attenzione alla scadenza del 9 maggio per quanto i pagamenti: di cosa si tratta e i possibili rischi, i dettagli al riguardo

Di mese in mese possono esserci scadenze, date da tener presente e pagamenti a cui adempiere, onde evitare di incorrere in eventuali spiacevoli conseguenze: di cosa si tratta riguardo la scadenza del 9 maggio e quali i rischi che si potrebbero correre al riguardo.

fonte foto: adobe stock

Sono dunque tante e diverse le scadenze che un contribuente potrebbe trovarsi a dover fronteggiare, tanto da prendere in considerazione un’idea che potrebbe aiutare, ovvero segnare tutto in agenda così da avere i vari aspetti e le varie situazioni sotto controllo.

Come ricorda nel proprio approfondimento Proiezionidiborsa.it, potrebbe ad esempio essere il caso di vedove ed eredi, i quali potrebbero incorrere in pesanti sanzioni qualora non inviassero la dichiarazione dei redditi persone fisiche entro il 31 maggio, all’agenzia delle Entrate.

Tra le scadenze di maggio, viene sottolineato, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione ricorda quelle inerenti le rate per gli anni 2020-2021; in virtù della Legge di conversone del Decreto Sostegni-ter, tanti contribuenti decaduti per il mancato, insufficiente o tardivo pagamento, sono stati riammessi alla Definizione agevolata

A tal riguardo, si legge, l’ultimo giorno utile ai fini del pagamento della rata del 2020 è fissato al 9 maggio 2022. Il legislatore, conscio delle complicazioni e delle difficoltà che stanno vivendo molti italiani, ha permesso la riammissione al beneficio.

Ad ogni modo però, spiega Proeizionidiborsa.it, decorso tale termine qualora non si rispettasse il termine di pagamento, ecco che potrebbero scattare il pignoramento della pensione e dello stipendio, il blocco del conto e la perdita della definizione agevolata stessa. Si legge che non rispettare quest’ultima chiamata da parte del Fisco potrebbe dunque portare spiacevoli conseguenze, in primo luogo la perdita del beneficio accordato.

Viene aggiunto che, a tal proposito, anche la Corte di Cassazione di recente è intervenuta circa le eventuali conseguenze cui potrebbero andare incontro chi non versasse le rate inerenti la dedizione agevolata.

Pagamenti in scadenza 9 maggio, questione rate: alcuni dettagli

Sono tanti e diversi gli aspetti che hanno a che fare a vario livello con l’economia e con i temi economici tali da suscitare interesse e destare attenzione; si pensi ad esempio ai bonus edilizi e alle novità dell’Agenzia delle Entrate circa le comunicazioni di cessione o sconto.

Per quel che concerne il tema in oggetto, spiega Proiezionidiborsa.it, la legge n.25/22 prevede la riammissione dei contribuenti decaduti dalla Rottamazione-ter, Rottamazione delle risorse proprie UE nonché del Saldo e stralcio entro il 9/12/21. Dunque, decaduti dal pagamento delle date in origine in scadenza negli anni 2020 – 2021. Quindi, vi sono stati stabiliti nuovi termini, e nel dettaglio: entro il 30 aprile 2022 circa rate in scadenza del 2020 con cinque giorni lavorativi di tolleranza, dunque sino al 9 maggio; entro il 31 luglio 2022 circa rate in scadenza nel 2021 con cinque giorni lavorativi di tolleranza, dunque sino all’8 agosto.

Nel caso in cui si dimenticasse di versare e pagare nel rispetto delle date previste, l’Agenzia delle Entrate- Riscossione, spiega Proieizionidiborsa.it, avvierà coattivamente il recupero dell’intero importo dovuto e non versato. Di conseguenza, chi non avesse adempiuto potrebbe subire il pignoramento dello stipendio, pensione, conti correnti ed immobili, si legge.

E ancora in particolare, ricorrendone i presupposti, si rischierebbe il blocco delle somme dovute direttamente sul conto corrente. Viene anche spiegato che la Corte di Cassazione ha previsto che la defezione agevolata non estingue la procedura esecutiva eventualmente iniziata ai danni del contribuente.

Dunque, qualora vi fosse per ipotesi il mancato versamento di una rata, inizierebbero a decorrere i termini circa il recupero dei carichi pendenti. Mentre i pagamenti fatti, saranno trattenuti come acconto sull’importo complessivo dovuto. Dunque, il Fisco avrà modo di proseguire la propria attività di recupero e le rate successive dovute non potranno più essere oggetto di rateizzazione.

Questi, alcuni dettagli al riguardo. Ad ogni modo è bene ed opportuno informarsi ed approfondire il tema e i vari elementi ad esso associati, così da chiarire ogni eventuale dubbio e conoscere nel dettaglio ciò che c’è da sapere, anche mediante un confronto con esperti del campo e professionisti del settore.

Dario Quattro

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