L’RSI è uno tra gli strumenti più utilizzati dai traders come supporto alle proprie decisioni di trading. Vediamo in cosa consiste e come utilizzarlo, tramite un esempio pratico.
L’oscillatore RSI è stato ideato e sviluppato da John Welles Wilder e presentato nel 1978 con la pubblicazione del libro intitolato “New Concepts in Technical Trading Systems”.
RSI è l’acronimo di Relative Strength Index (Indice di Forza Relativa) ed è molto utilizzato dai traders sia per individuare segnali operativi che per misurare la forza o la debolezza del trend in corso nel mercato (cosiddetto momentum).
E’ molto importante chiarire un concetto che a volte viene sottovalutato nel mondo del trading: gli algoritmi visualizzati in piattaforma al di sotto del grafico dei prezzi ed utilizzati dal trader per trarre indicazioni aggiuntive rispetto a quelle derivanti dalla mera analisi del movimento dei prezzi, non possono essere definiti tutti “indicatori” , come spesso accade.
Derivano tutti da formule matematiche calcolate a partire dai prezzi, ma è necessario distinguere tra gli indicatori e gli oscillatori, tra i quali rientra anche l’RSI. Di seguito i principali aspetti distintivi:
L’RSI è un oscillatore che può assumere valori nell’intervallo compreso tra 0 e 100. Questo consente di confrontare in ogni momento i valori assunti dall’oscillatore con gli estremi dell’intervallo e, conseguentemente, di individuare dei segnali di trading.
E’ uno strumento che consente di individuare i momenti di eccesso del mercato, ovvero le situazioni in cui uno strumento finanziario potrebbe essere sopravvalutato (ipercomprato) o sottovalutato (ipervenduto) dal mercato.
La formula di calcolo è la seguente: RSI=100-[100/(1+RS)], dove RS è il rapporto tra la media dei prezzi di chiusura al rialzo e la media dei prezzi di chiusura al ribasso, registrati con riferimento ad un determinato numero “N” di periodi.
L’RSI, come ogni altro indicatore o oscillatore, può essere applicato ad ogni timeframe e può, quindi, considerare i prezzi di chiusura di candele a 5 minuti, 15 minuti, orarie, giornaliere, settimanali e così via.
E’ molto importante per un trader definire due parametri, sulla base della propria strategia e della frequenza operativa che si vuole attribuire alla propria attività di trading:
Si propone, di seguito, un esempio pratico che consente di capire ancora meglio il funzionamento dell’oscillatore RSI e le indicazioni operative che può fornire al trader.
Nel grafico seguente viene evidenziato il movimento dei prezzi e dell’oscillatore RSI, relativi al cambio valutario Dollaro Statunitense/ Yen giapponese su timeframe giornaliero.
Sono state evidenziate con dei cerchi rosa le situazioni in cui l’RSI a 5 periodi supera i livelli di ipercomprato ed ipervenduto, impostati su valori pari, rispettivamente, ad 80 e 20. L’area in giallo nella finestra dell’oscillatore individua, invece, l’area neutrale: quando il valore dell’RSI si trova in quella zona il mercato è in equilibrio e non evidenzia alcuna situazione di eccesso.
Come è possibile notare, quando l’RSI supera le soglie di ipercomprato o ipervenduto il mercato ha sempre compiuto un movimento, se non di inversione, quantomeno di correzione della tendenza prevalente.
In queste situazioni, dopo il raggiungimento delle zone di eccesso da parte dell’RSI, è necessario, prima di impostare un’operazione di trading, attendere che la linea dell’oscillatore rientri all’interno dell’area neutrale. E’, infatti, soltanto questo il momento in cui si completa il segnale di trading ed ha senso entrare a mercato alla ricerca di un movimento di correzione.
LEGGI ANCHE >> Distinguere i segnali per scegliere il miglior time frame su cui operare
E’ stata messa in risalto con due linee nere, di cui una sul grafico dei prezzi e l’altra nella finestra dell’RSI, una situazione più elaborata in cui l’RSI può fornire segnali ancora più affidabili rispetto al semplice rientro da zone di ipercomprato /ipervenduto: si tratta della divergenza RSI/prezzo.
La divergenza rialzista, come quella evidenziata nel grafico, si verifica quando i prezzi fanno registrare due minimi consecutivi decrescenti, mentre l’0scillatore evidenzia due minimi consecutivi crescenti. E ‘ possibile notare come, il segnale rialzista rappresentato da questa divergenza, avrebbe anticipato una vera e propria inversione del mercato, consentendo ad un trader di entrare al rialzo con grande tempismo e di sfruttare una salita del tasso di cambio molto importante.
La divergenza ribassista, invece, si ha quando sui prezzi è possibile rilevare due massimi consecutivi crescenti, mentre l’oscillatore fa registrare contestualmente due massimi consecutivi decrescenti. Si tratta, dunque, di un segnale di possibile inversione o correzione ribassista del trend rialzista in corso.
Il 2025 sarà l’anno di uno scoppio della bolla speculativa creatasi sull’AI? Alcuni studi mettono…
Se avete intenzione di affittare casa questi consigli potrebbero servirvi per risparmiare: ecco quando scegliere…
Nuovi aiuti per le famiglie con bambini, le istituzioni scendono ancora in campo offrendo un…
Per accedere all'Assegno di Inclusione anche nel 2025 si dovranno rispettare tutti questi nuovi requisiti.…
Tra i settori emergenti con opportunità di alto rendimento c’è il CCUS (Carbon Caputer, Utilization…
Quali sono i maggiori problemi che incontra chi deve cercare un lavoro a 50 anni?…