Rivendere dei gioielli o altri oggetti in oro è una pratica piuttosto diffusa. Considerando le quotazioni dell’oro ci sono alcune cose da tenere in considerazione prima di recarsi a farlo valutare.
Quanto verrà pagato l’oro? Quale è il punto di riferimento per capire se si sta facendo un affare o si sta perdendo nella contrattazione?
L’oro è un’ottima copertura contro il pericolo dell’inflazione ed è considerato uno degli investimenti sicuri più popolari in quanto facilmente accessibile, non deperibile e facilmente rivendibile. Un grande mercato con prezzi standardizzati permette all’oro di rimanere negli anni un ottimo investimento e una riserva di valore in tempi di incertezza economica.
Naturalmente l’oro ha molteplici variabili da cui dipende il suo prezzo. Difficilmente si andrà da uno specialista o un rivenditore «compro oro» con un lingotto o un gioiello in oro 24 carati. L’oro usato viene valutato secondo la sua caratura, il peso e confrontato con la quotazione e quindi il prezzo di mercato.
La caratura è la misura con cui si indica la purezza dell’oro e stabilisce quante parti di oro puro ci sono in un gioiello o in un oggetto. Il suo valore si calcola sulla base di 24/24. Nel concreto più l’oggetto si avvicina al valore massimo della scala pari a 24 e più presenza di oro ci sarà nell’oggetto. Un altro modo per ottenere la stessa misura è quella fatta su scala millesimale; ad esempio, un oggetto in oro misurato come 750‰ è in 18kt. Ciò significa che dividendo l’oggetto in mille parti, 750 sono in oro e le restanti 250 in altri metalli.
Una volta stabilita la caratura il commerciante o l’esperto a cui ci si rivolge una bilancia elettronica che dovrebbe essere tarata a norma e omologata per stabilirne il peso. Il valore di mercato, infine, viene stabilito dalla Borsa di Londra che dal 1919 fissa due volte al giorno la quotazione dell’oro. Il fixing dell’oro avviene alle 11.30 e alle 15 ora italiana e vale per tutti i Paesi del mondo.
Come abbiamo visto, l’oro che non ha una caratura di 24/24 non può essere considerato puro. È per questo che il valore dell’oggetto usato essendo di solito sotto forma di gioielli come anelli, catenine e monili vale meno dell’oro da investimento.
Per oro da investimento si intende quello in forma di lingotti o placchette di peso minimo superiore ad 1 grammo. La purezza è pari o superiore a 995 millesimi e può essere o meno rappresentato da titoli. L’oro da investimento si trova anche sotto forma di monete, queste devono avere purezza pari o superiore a 900 millesimi, coniate dopo il 1800, che hanno o hanno avuto corso legale nel Paese di origine.
Tra queste, ad esempio, la US American Eagle; una delle più popolari monete d’oro vendute e comprate a fini di collezionismo e di investimento. Introdotta nel 1986, la moneta ha guadagnato così tanta popolarità che è oggi ampiamente accettata e facilmente rivendibile. Per ottenere il maggiore profitto possibile bisogna naturalmente riuscire a realizzare la vendita nel modo migliore. Le circostanze ottimali sono relative alle quotazioni ufficiali che cambiano in base al ciclo di mercato.
Il prezzo di mercato viene oggi stabilito da una convenzione tra cinque grandi banche: Deutsche Bank, Barclays, Société Générale, HSBC e Scotia Mocatta. Al momento la legge italiana prevede per la compravendita di oro usato o di oggetti può essere pagata in contanti solo entro i 499,99 euro. Oltre questa cifra l’incasso deve avvenire tramite assegno o bonifico bancario o con uno strumento tracciabile.
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