Mentre l’oro perde la sua leadership come bene rifugio, viene scalzato da valute come franco svizzero e dollaro, rafforzato rispetto a tutte le valute.
La scarsa performance dell’oro delle ultime settimane è coincisa con il raggiungimento a marzo di valori record su cui è difficile pensare ora di poter tornare.
Apparentemente nulla meglio dell’oro avrebbe potuto performare in questo scenario di grande incertezza e di aspettative abbastanza concrete di una recessione globale.
Se ci facciamo caso, i prezzi di azioni e obbligazioni scendono simultaneamente, una correlazione che negli anni pre-crisi dei subprime era quasi impossibile da vedere sui mercati. Per il momento i mercati sono cambiati e continuano a cambiare anche le correlazioni tra avversione al rischio e acquisto di oro.
Costi energetici e politiche monetarie restrittive hanno tuttavia favorito altri asset che hanno performance migliori sul breve termine. Tra questi oltre i cambi, i Titoli di Stato e le materie prime energetiche. Oggi l’oro rimane nettamente sotto i massimi storici di inizio marzo, quando ha superato i 2.040 dollari. Tuttavia, l’oro rimane un asset il cui valore negli ultimi 30 anni è cresciuto di oltre il 360%.
Oggi l’oro si trova ora in un’area di prezzo compresa tra 1615 e 1680 dollari. Questi livelli sono da considerarsi fondamentali per cominciare ad accumulare posizioni in ottica rialzista. Mentre il trend su base mensile rimane ribassista si configura la possibilità di un rialzo nella prima metà del prossimo anno, in concomitanza con la diminuzione della pressione della politica monetaria restrittiva della Federal Reserve.
L’aumento dei tassi di interesse ha gravemente smorzato le prospettive di rialzo per il metallo giallo a causa di un dollaro balzato ai massimi degli ultimi 20 anni all’inizio di questo mese. La correlazione inversa è saltata agli occhi in modo evidente questa settimana con il biglietto verde sceso dello 1,3% mentre l’oro è aumentato dell’1,2%.
Come accennato, il metallo giallo è rimasto sotto pressione anche causa degli elevati rendimenti dei Treasury, con il tasso del titolo a 10 anni vicino al record del 4%. Tra i metalli industriali alternativi all’oro c’è il rame, con la stessa correlazione può beneficiare di una nuova debolezza del dollaro. Il future sul rame è salito a 3,4335 dollari aumentando del 2,6% questa settimana.
Ma il metallo rosso è tuttavia destinato a perdere più valore sotto l’influenza dell’indebolimento del settore industriale, a causa della riduzione della domanda, all’interno della generale crisi economica.
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