Alla fine l’inganno è stato svelato e ormai tanti lavoratori stanno perdendo il proprio posto. Il motivo? Fingevano di lavorare!
La prima società a muoversi, intervento una volta per tutte sulla questione, è la Wells Fargo, che come i più ben sapranno è una delle banche più potenti degli Stati Uniti – quarta per qualità degli attivi e terza per capitalizzazione di mercato. I vertici hanno infatti deciso di licenziare quei dipendenti che, grazie a un trucco molto particolare, fingevano di lavorare. In pratica i lavoratori simulavano produttività sui propri terminali ma in realtà non stavano combinando un bel niente.
E a quanto pare non sono gli unici ad aver perso il proprio posto di lavoro, in tantissimi si sono ritrovati disoccupati nel giro di pochi giorni. Sembra che a generare questa ondata di licenziamenti sia stato un video apparso qualche mese fa su TikTok, nella clip che poi è diventata virale – e non poteva andare diversamente – viene svelato il meccanismo che viene comunemente utilizzato dai ‘furbetti’. Insomma, i software di sorveglianza e monitoraggio si stanno rivelando più che mai utili in questo periodo.
Le aziende scoprono il trucchetto anti-lavoro e licenziano i dipendenti: come funziona
In inglese sono conosciuti come “mouse mover” o jiggler e consentono a chiunque li utilizzi di muovere il mouse anche quando non si è presenti fisicamente davanti al computer. Di questi dispositivi ne esistono a centinaia e possono essere acquistati comodamente su Amazon o altrove, le recensioni degli utenti si sono sprecate, soprattutto perché pare siano parecchio utili per eludere alcuni software di monitoraggio delle aziende. Scoperto il trucco, però, qualche società si è già mossa per licenziare i fannulloni.
Il caso più eclatante è senza dubbio quello riportato da Bloomberg, con la Wells Fargo, importante banca americana, che ha deciso di mandare a casa una ventina di dipendenti che sfruttavano proprio uno di questo escamotage, soprattutto da remoto, per simulare produttività mentre non erano al computer.
I “mouse mover” sono nati in realtà per un’esigenza diversa; tanti terminali aziendali, infatti, non appena l’utente smette di muovere il mouse per qualche secondo cambiano lo stato in ‘away’ (non disponibile), mettendo a rischio la buona condotta dei lavoratori, magari assenti semplicemente perché in bagno o per in pausa caffè.