Il rinvio di un anno delle Olimpiadi sono costate al Giappone 3 miliardi di dollari su un costo totale di 15,4 miliardi, con una percentuale di biglietti rimborsati pari al 95% del totale.
Quasi cinque milioni di spettatori paganti non faranno parte dell’enorme indotto economico, rappresentato dall’occasione storica per il Giappone di ospitare le Olimpiadi nel proprio paese. Le alternative sarebbero state troppo onerose, con una cancellazione che avrebbe comportato secondo uno studio condotto da diversi istituti, come quelli dell’università di Osaka e della finanziaria Nikka Securities, costi compresi tra i 38 e i 66 miliardi di euro.
Il premier giapponese Shinzo Abe ha quindi deciso malgrado le circostanze di ospitare i Giochi di Tokyo, che sarebbero dovuti iniziare nel luglio del 2020. Nonostante tutti gli sforzi del governo per riuscire a ridurre le spese, vista l’alta percentuale di assenze preventivate dai timori di contagio e dalle limitazioni agli spostamenti, la stima di costi complessivi per l’evento è più che raddoppiata, passando dagli iniziali 7,3 miliardi di dollari agli attuali 15,4. Contemporaneamente, l’enorme stimolo economico derivante dall’indotto turistico è stato bloccato, con la maggior parte della popolazione giapponese che avrebbe voluto una cancellazione dei Giochi a causa della gravità della situazione internazionale, proprio come avvenne nel 1944 durante la Seconda Guerra Mondiale. I contagi nell’arcipelago sono attualmente parecchio estesi, con quasi 5000 casi di cui 1832 solo nella capitale.
Le Olimpiadi costituiscono oggi giorno l’evento sportivo più sponsorizzato in assoluto. Nonostante l’assenza di pubblico e una visibilità e un prestigio ridotti a causa della crisi sanitaria, gli introiti derivanti dagli sponsor sono stati pari a 3,3 miliardi di dollari. Quella degli sponsor è una struttura piramidale che riversa sull’economia un giro d’affari che a partire da quelli internazionali, come Allianz e Coca-Cola, arriva fino a le aziende locali, con la possibilità di nuovi sbocchi commerciali dati dall’enorme visibilità di pubblico.
Le prossime elezioni giapponesi si terranno alla fine di ottobre. La reputazione del partito democratico liberale che guida attualmente il Paese, rappresentato dalla coalizione del Primo ministro Yoshihide Suga, potrebbe essere seriamente compromessa dai risvolti internazionali del mancato prestigio del Giappone. Già prima di allora non versava in una situazione economica particolarmente rosea e ha avuto l’opportunità mostrare come un gioco di forze tra la resilienza umana e le considerazioni per i risultati economici, può essere ancora in grado di dare all’evento e al Paese il successo meritato.
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Gli accordi con gli sponsor potranno essere ancora validi qualora, nonostante le stime degli introiti fatti dalle grandi aziende siano stati calcolate sul numero di biglietti venduti per gli spettatori che avrebbero presenziato alle gare, questi potranno comunque essere compensati dalle visualizzazioni degli eventi durante le dirette online e televisive.
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